LE PERIZIE, di William Gaddis
Un giovane pittore si dedica alla contraffazione dei primitivi fiamminghi per sfuggire al senso di colpa e alle ossessioni inculcategli dalla zia e dal suo bizzarro padre; un falso medico, dopo aver provocato la morte di una sventurata paziente, si concentra nella produzione di banconote; un drammaturgo si finge mutilato per ispirare i sentimenti di pietà e simpatia che non riesce a suscitare con i suoi lavori: questa è una parte della sconcertante umanità che affolla l’incredibile romanzo di Gaddis, considerato un imprescindibile punto di svolta per la narrativa contemporanea, eppure ben poco conosciuto e citato, almeno tra i lettori che frequento.
Il tema intorno al quale ruota questo immenso, per volume e contenuti, romanzo è il concetto di arte e di autenticità, pilastri del pensiero estetico occidentale classico: si può parlare di arte in America, dove tutto, sembra suggerire l’autore, è falso o falsato e dove manca un vero gusto poiché mancano storia ed esperienze che possano averne formata una genuina?
O forse l’arte è definita dalla tecnica e dalla bravura nel gestirla e allora anche il finto Van Eyck assurge al rango di capolavoro, poiché dipinto con vero sentimento e capace di suscitare emozioni profonde?
Niente e nessuno si salva dall’impietoso giudizio di Gaddis: il critico che addomestica le recensioni e quindi non è più autentico delle patacche che certifica (le perizie del titolo), gli studiosi, incapaci di riconoscerle, il pubblico privo di senso critico e cultura, quindi facile preda di mode e manie che a loro volta alimentano quel profitto di cui sopra; la critica alla mistificazione arriva indagare la delicatissima questione religiosa, fino a suggerire che l’aspirazione umana all’Assoluto sia realizzabile solo attraverso la falsificazione, poiché ogni Credo è la nuova versione di uno preesistente e ogni Credo ha avuto bisogno di icone e immagini alle quali attribuire il significato preferito, fino a raggiungere il paradosso del ritratto mai finito della madre del protagonista, che si trasforma nell’icona di una santa mai esistita, con tanto di cerimonia di Beatificazione in Vaticano.
La complessità di questo romanzo, estremo e difficilissimo, oltre all’enorme livello di erudizione dell’autore, è tanto vasta da creare un senso di smarrimento nel lettore, ma insieme allo smarrimento il lettore attento e coraggioso (qui serve un vero eroe) potrà intuire, scavando nella trama, quanto fascino e profondità ci sia da esplorare in questo capolavoro.
Recensione di Valentina Leoni
Titolo presente nella Rassegna mensile dei libri più letti e commentati ad Agosto 2018
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