LE RAGAZZE SCOMPARSE, di Patricia Gibney (Newton Compton)
Secondo episodio delle indagini di Lottie Parker, iniziate con “L’ospite inatteso” di cui ho fatto la recensione la settimana scorsa, e che mi era piaciuto moltissimo.
Anche in questo caso il libro è corposo, oltre 400 pagine scritte con una densità di circa 40 righe per pagina, ma come già detto l’altra volta, lo stile le fa scorrere senza il minimo problema. Per questo riguarda la forma. Per quanto riguarda i contenuti, questo libro è semplicemente agghiacciante: senza scendere troppo nei dettagli, ma abbastanza per far accapponare la pelle, la Gibney intreccia una storia di perversione che, purtroppo, non è la classica storia inventata col serial killer di turno che è un parto della fantasia. Qui l’autrice si è evidentemente ben documentata, e basa la struttura su terribili fatti reali avvenuti durante le cosiddette “pulizie etniche” durante la guerra in Kossovo, con annessi stupri e traffico di organi e di esseri umani.
Decisamente, NON è per lettori suggestionabili, mamme pancine, eccetera.
Come per il romanzo d’esordio, l’impianto narrativo si dipana suddiviso in giorni (di indagine) ed è narrato attraverso circa 100 capitoli, scritti sempre in tradizionale terza persona al passato remoto. Alla fine di ciascun “giorno”, come nel libro precedente, c’è un episodio in corsivo, che ricorda un episodio riferito ai tempi in cui si è creato l’antefatto citato nel (raggelante) Prologo.
In questo secondo libro continuiamo a seguire la vedova Lottie Parker e le sue difficoltà nel tenere insieme la famiglia, mentre si barcamena con le difficili indagini. A differenza dell’esordio, in questo episodi viene un po’ approfondito uno dei personaggi secondari, che “esce dal fondale” e acquista spessore ed importanza.
Quello che mi ha lasciato un po’ perplesso è il ricorso un po’ troppo forzato a stereotipi tipo non rispondere alle telefonate proprio quando sarebbe il caso di farlo. C’è anche un altro tipo di stereotipo un po’ abusato, ma non lo posso citare per non svelare dettagli della storia che devono arrivare a tempo debito. A parte queste piccole stonature, che magari noto io che sono un po’ troppo schizzinoso con la plausibilità delle storie, l’autrice si conferma essere una degna avversaria di Angela Marsons, entra di diritto nella mia libreria tra i preferiti, e mi farà restare in trepidante attesa della prossima storia.
Voto: 8,5 (ma anche 9)
Recensione di Mitia Bertani
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