LE SPIETATE, di Claudia Cravens (NN Editore – marzo 2024)
«Un western perfetto, dove lo scontro tra civilizzazione e violenza è tutto giocato tra le pareti, nei letti e ai tavoli da gioco del saloon; ma è anche un romanzo di formazione e un’educazione sentimentale».
Così scrive la traduttrice Serena Daniele, nella nota conclusiva a “Le spietate” , romanzo d’esordio di Claudia Cravens (NN Editore).
Non si potrebbero usare parole più efficaci di queste sue poche, perfette pennellate, per riassumere in breve un romanzo tanto ambizioso quanto semplice e lineare.
“Lucky Red” (questo il titolo originale, che allude al colore dei capelli della giovane protagonista) è una favola che gioca con alcuni dei più noti luoghi comuni dell’immaginario western.
È in un saloon che si consuma la storia, quasi, nella sua interezza, fra tavoli da poker, risse e bottiglie di whiskey, un pianoforte a creare atmosfera e camere da letto al piano superiore, per amplessi bestiali da consumare in tutta fretta.
Ma è anche e soprattutto una storia d’amore, intensa e carnale, che sorprende ed emoziona. L’amore fra una prostituta e una pistolera cacciatrice di taglie.
Violenza e dolcezza, passione e tenerezza, coesistono e si fondono alla perfezione, restituendo al lettore una storia carica di suspense e di solidarietà femminile.
L’autrice riesce a imbrattare le sue pagine di fango e terra, vento e polvere, massicce dosi di violenza e brutale ferocia; poi, subito dopo, con incredibile naturalezza riesce a tessere ricami e rammendi, ricucendo poco a poco, con mano paziente e delicata.
Un rammendo qua, un ricamo là. Con dolcezza e con cura, come avesse per le mani il cuore di qualcuno a lei caro.
«Senza esitare mi chinai, le passai la mano libera attorno alle spalle e l’attirai a me, sentendo quell’aspro aroma di fumo e di viaggio sotto l’innominabile dolcezza, il sudore, attraversato dall’odore freddo e metallico del sangue. Era tutto lì, in quel sapore: il primo tocco della sua mano sulla mia coscia, la sua voce che tracciava nuvole di fumo nell’oscurità azzurra della mia camera, la sferzata di vento dalla prateria mentre alzavo la sua pistola e la calda pressione del suo corpo sulla mia schiena mentre mi insegnava quello che andava imparato. Mi baciò a sua volta, con forza, con un braccio così stretto intorno alla mia vita che pensai di spezzarmi in due e sperai di riuscirci».
Claudia Cravens
“Le spietate”
NN editore.
Recensione di Valerio Scarcia
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