LE TRE DEL MATTINO, di Gianrico Carofiglio
Recensione 1
Scrittura tersa e lieve come l’aria di una bella giornata di Giugno del lontano anno 1983.
Accurata scelta delle parole.
Forma ai limiti del manierismo, quasi sul filo del rasoio.
Lessico discorsivo ed elegantemente naturale, alieno da espedienti retorici, scorrevole e facile a seguirsi e comprendersi.
Nulla da codificare: Carofiglio ci spiega tutto nell’itinerario di formazione del giovane protagonista in maniera netta e lucida.
Una bella storia dalla commozione non esplicita ed esilarante narrata in prima persona: un ragazzo di quasi diciotto anni e suo padre che arrivano a scoprirsi profondamente in due notti trascorse insieme nella suggestiva e misteriosa città di Marsiglia, dando credito a una situazione di Balikwas
“… parola tagalog, la principale lingua delle Filippine. È difficile da tradurre. Significa qualcosa come saltare all’improvviso in un’altra situazione e sentirsi sorpreso, cambiare il proprio punto di vista, vedere cose che credevamo di conoscere in un modo diverso.
– Fino a due giorni fa io non conoscevo mio padre – “
Nulla da aggiungere, altrimenti precipiterei in una stucchevole, personale introspezione, producendo brutte sbavature in un romanzo che non ne ha. Voglio evitare le digressioni che non sono mai ben accette.
In conclusione, una piacevole lettura, depurata da ogni forma arcana poiché si presenta, già dalle prime pagine, educatamente sobria e raffinata cosi come ci vengono presenti i due protagonisti strutturati in un contesto solo inizialmente improvvisato, e le figure che ruotano attorno a loro.
Il titolo “Le tre del mattino” è tratto da una frase citata nel libro “Tenera è la notte” di Francis Scott Firzgerald, autore del più famoso “Il grande Gatsby“
Antonio, il protagonista, si rivede nella saccenteria dei personaggi di “Franny e Zooey” di J.D. Salinger, autore del più famoso “il Giovane Holden”.
Padre e figlio intravedono dal taxi le isole Frioul dove sulla più piccola si trova lo Château d’If, la prigione de “Il conte di Montecristo” di A. Dumas.
La frase dipinta nel portone di Marianne, la donna che svezzerà sessualmente il giovane Antonio, è tratta da “De l’héroïsme de la vie moderné” di C. Baudelaire.
Insomma il romanzo “Le tre del mattino” oltre a allietare la mente rientra nell’oggettivo concetto di “unlibrotiralaltro”. Già.
Buona lettura
Recensione 2
“Nella vera notte buia dell’anima sono sempre le tre del mattino” (Scott Fitzgerald)
Ma quanto è bello…
Questa volta Carofiglio parte da una storia vera, che gli è stata raccontata, e la trasforma in un romanzo, in cui i personaggi sono pura invenzione (tutti tranne uno), ma i sentimenti che suscita sono reali, veri, intensi.
La storia si svolge, per la maggior parte del tempo, a Marsiglia…grande omaggio che l’autore fa a Izzo (è impossibile non pensare a lui, alle sue descrizioni dei quartieri pericolosi, minacciosi e popolati dai nordafricani, ma anche del mare cristallino, quel mare “di fronte al quale la felicità è un’idea semplice”).
Proprio in questa cornice così suggestiva, ci troviamo ad osservare un padre e un figlio che si raccontano, che imparano a conoscersi e a ri-conoscersi, scoprendo l’un l’altro cose che neanche potevano immaginare.
E proprio lo stupore che accompagna la scoperta dei talenti e delle fragilità di chi ci è estraneo pur vivendoci abitualmente accanto, modificherà la percezione del tempo, rallentandolo: due giorni e due notti che segneranno un’intera vita, anzi due.
Un romanzo che ci parla di famiglia, di rapporti coniugali, del tempo che passa, di iniziazione sessuale, ma anche di matematica, jazz e di epilessia.
Il tutto, come ci ha sempre abituati Carofiglio, condito con citazioni letterarie e musicali.
Delicato e intenso, riflessivo e poetico.
Carofiglio al suo meglio.
Recensione di Antonella Russi
Titolo presente anche in Un libro in un Tweet e nella Rassegna mensile dei libri più letti e commentati a Febbraio 2018
LE TRE DEL MATTINO Gianrico Carofiglio
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