LE VOCI DEL MONDO, di Robert Schneider
In uno sperduto villaggio austriaco vive Elias, un bambino con l’aspetto di un vecchio, dotato di orecchio assoluto e di un talento musicale che rasenta la genialità.
Come accade spesso con i geni, Elias non viene compreso e trascorre la vita in attesa di quel successo che immagina come riscatto: quando l’occasione giusta sembra arrivare, però, il destino riserva al protagonista un’amara sorpresa.
Romanzo romantico fino allo struggimento, onirico e quasi paradossale, Le Voci del Mondo recupera la tradizione della grande narrativa di origine austriaca e tedesca, per raccontare una storia che alterna toni da tragedia a quelli sognanti della favola, tracciando così un percorso che scava nei più profondi sentimenti e inquietudini dell’animo umano.
Schneider, ripropone al lettore gli eterni dilemmi legati alla concezione del successo, della sua condivisione, della solitudine e dell’incomprensione che sembrano sempre essere una condanna inevitabile per gli animi troppo sensibili.
Lo stile dello scrittore si rivela estremamente originale, poiché partendo da una scrittura asciutta, tipica della narrativa tedesca “classica”, riesce però alternare pagine descrittive ricche di particolari e di personaggi, a momenti di stasi narrativa, in cui si ode solo la voce interiore del protagonista, realizzando una sorta “scrittura musicale” in cui si alternano il solista e l’insieme, di notevole effetto.
Una lettura coinvolgente, forse non immediata, ma senza dubbio profonda e consigliata a chi cerchi, in un romanzo, stimoli alla riflessione e grandi emozioni.
Recensione di Valentina Leoni
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