Léggere non rende le anime più leggére. Casomai le inspessisce, se si legge spesso.
QUANDO LA NOTTE, di Cristina Comencini
Léggere non rende le anime più leggére. Casomai le inspessisce, se si legge spesso.
E approfondire una relazione a volte equivale a farla sprofondare. Sospetti fondati che portano al fondo. Delle cose e delle parole.
Questo romanzo è scritto con una sapienza rara. Ma tessuto di un dolore comune, quello del cuore.
Racconta di una storia d’amore tra una donna ferita ed un uomo fatto di montagna e di fatica.
Ha una prosa sapiente, non lascia che il vento del tempo scalfisca le sue creste.
Parla di eternità che per un istante si toccano, forse per rimpiangersi per sempre.
Le montagne che vediamo oggi, immensi monoliti separati da decine di chilometri di cielo e di sparvieri, erano un tempo un unico blocco di pietra grezza. Fusi nel loro essere primigenio. Confusi oggi nella rassegnazione del non poterlo essere probabilmente mai più.
QUANDO LA NOTTE ☆ Cristina Comencini
Recensione di Marcello Ferrara Corbari
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