LENA E LA TEMPESTA, di Alessia Gazzola
Non ho mai letto nulla della Gazzola. Questo è stato il suo primo romanzo che mi è capitato casualmente fra le mani.
L’ho cominciato perché ho intuito che sarebbe stato di lettura semplice, una storia leggera e veloce. Una storia da leggere come intervallo fra le storie forti, intense, impegnative.
Non mi sono sbagliata.
È un romanzo che scorre come le acque placide di un fiume che leggermente si increspano per le folate improvvise di un debole vento caldo, tutto qui.
Sebbene il tema del segreto inconfessabile sia forte, la sensazione è di vacuità, le descrizioni risultano monotone e ripetitive quasi elementari, la stessa isola Levura, che dovrebbe risultare, almeno dalle prime pagine, luogo immaginario di incommensurabile bellezza mediterranea, appare svuotata di intensità risultando banale e scontata.
Lena, Tommaso e tutti i personaggi sembrano costruiti a tavolino, persino il pestifero Chihuahua Cassius – per non parlare della madre di Lena – disegnati da un abile falsario di capolavori.
La scrittura è corretta, perfetta, asettica, purificata da slanci, struggimenti, percosse.
È una lettura che non ha empatia, inizia e finisce a pag.183. Punto.”Va’ incontro al tuo futuro abbracciandolo”
Recensione di Patrizia Zara
LENA E LA TEMPESTA Alessia Gazzola
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