L’ESULE Pearl S. Buck

L’ESULE, di Pearl S. Buck  (Mondadori)

1880 Virginia Stati Uniti d’America.

Carie è una giovane e risoluta donna che decide di lasciare gli Stati Uniti d’America per recarsi in Cina per portare (e cercare) il suo Dio insieme al marito pastore presbiteriano. L’emigrazione Carie ce l’ha nel sangue venendo da una famiglia che un secolo prima aveva lasciato l’Olanda per poter pregare quel Dio che lei aveva deciso di esportare in Oriente. Pearl S. Buck ci racconta di una donna pronta ad affrontare tutto in una terra sconosciuta non solo nei luoghi, ma anche nei modi. La pulizia, l’igiene non esistono. La donna non esiste. Le bambine difficilmente sopravvivono.

Le carestie sono all’ordine del giorno. L’ignoranza regna. Carie partorisce sei figli di cui tre muoiono, nei vari anni, a causa di febbri tropicali. Tra questi sei figli c’è Comfort che scopriamo essere l’autrice: Pearl S. Buck. Ella ha raccontato in questo romanzo la sua infanzia in una Cina in cui non sono mai stati accettati veramente e in cui Carie ha vissuto una condizione di missionaria, ma esule, senza incontrare mai per davvero quel Dio che andava predicando insieme a un marito distante col cuore e con lo spirito.

Una donna che ha saputo farsi forza, grazie al suo animo indipendente e risoluto, per i suoi figli e per quelle donne cinesi che da lei cercavano protezione e aiuto, per quella gente che aveva da lei ascolto e attenzione e che non aveva di più da chiedere. Un romanzo biografico in cui l’autrice racconta della madre senza incensarla e mettendo a tratti in luce anche quei difetti che il conflitto generazionale, non ancora socialmente riconosciuto, le aveva rivelato. Un libro da leggere non solo per la bellezza del personaggio, ma anche per scoprire storicamente il fenomeno delle missioni in Cina e come questa Cina vi abbia risposto con la rivolta dei Boxer.

Recensione di Francesca Pozzo

L’ESULE Pearl S. Buck