L’ETÀ FRAGILE, di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi – Novembre 2023)
L’età fragile è quella attorno ai vent’anni, quando ci si crede adulti e si guarda il mondo con ottimismo, e invece ti travolge il male.
È davvero un caso strano quelli che proprio oggi mi ha chiamata a leggere questo libro, che racconta di due esistenze spezzate dal male che commette l’uomo quando perde il confine dell’ umano.
Due giovani donne, madre e figlia, entrambe segnate, a 30 anni di distanza, dall’incontro con il male, che non è il lupo cattivo dipinto per scherzo sul muro del campeggio di montagna fulcro della vicenda, ma un uomo che aggredisce, rapina, stupra, uccide.
Lucia e sua figlia Amanda hanno in comune l’esperienza di un’aggressione. La prima in un piccolo paese del centro Italia, addossato alle montagne con il mare in lontananza, che conosceva così bene per esserci cresciuta. La seconda a Milano, dove si trovava per l’università.
Entrambe cercano di nascondere gli effetti di ciò che hanno subito, chiudendosi su se stesse: Lucia, dopo “il fatto”, non è più stata capace di riannodare i rapporti con l’amica d’infanzia coinvolta nella tragedia, oppressa dal senso di colpa di un tradimento mai avvenuto. Amanda, da quando è tornata da Milano sta chiusa nella sua stanza, parla poco e mangia ancora meno.
Sua madre si accorge del suo malessere, scopre che sta solo fingendo di seguire le lezioni online, si rende conto che la sta perdendo, ma si sente impotente e non sa come agire. Constata amaramente che ci sono tanti modi di perdere i figli; è inevitabile, a un certo punto. In Lucia c’è la consapevolezza della madre che sa di aver perso la presa sulla vita della figlia; “ad un certo punto i figli se ne vanno da soli, e ci guardano spietati”. È la vita segreta dei figli; sappiamo che esiste, ma non siamo mai pronti a toccarla.
Lucia è figura centrale, per anagrafica e per il suo ruolo, divisa tra il padre e la figlia: il primo le chiede di accompagnarlo nell’ ultimo tratto della sua vita, le chiede di decidere le sorti del luogo teatro, tanti anni prima, del “fatto” che ha segnato tutte le loro esistenze. La seconda di restituirle la fiducia nel mondo. E Lucia deve saper aspettare, perché la strada c’è già da qualche parte, ma a 20 anni bisogna ancora trovarla. Solo ripercorrendo quello che è accaduto attorno a quel campeggio, accettando i sentimenti che da allora la accompagnano, troverà la pazienza che le ci vuole per aspettare Amanda, per lasciarla andare, per strade diverse da quelle che le aveva disegnato lei, per trovare la sua.
Storia di due età fragili, che si intrecciano in una trama ricca di flashback, narrata con uno stile asciutto, fatto di frasi brevi, quasi lapidarie, come lo sono i discorsi dei pastori montanari, poco avvezzi a lunghi discorsi
Recensione di Maria Teresa Petrone
Recensione 2
L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio editori Enaudi. UN libro che fa riflettere sulle fragilità umane a ogni età. La storia di una madre Lucia e sua figlia Amanda, entrambe con dentro un senso di incompiuto e di inadeguatezza. Amanda una giovane 20enne che deve trovare il proprio posto nel mondo, un equilibrio precario che la porta a lasciare il piccolo paese della provincia abruzzese verso la metropoli Milano, ma la sua inquietudine oscura la fa tornare indietro, come molte giovani donne non sa quale ciò che vuole dalla vita e procede a tentoni in cerca di uno scopo.
La madre Lucia, si sente impotente, inadeguata nei confronti del malessere della figlia, a sua volta è fragile e con un passato non ancora metabolizzato, che 30 anni prima ha cambiato in parte la sua vita ,ma soprattutto quella della sua migliore amica di infanzia. Lei sopravvissuta per caso ad un drammatico incidente, porta dentro un senso di colpa e un dolore profondo. Solo affrontando i fantasmi del suo passato riesce a trovare un senso di pace, anche se il cammino è lungo e la fragilità della figlia le ricorda come tutti siamo alla ricerca di stabilità e sicurezza e il percorso per raggiungerle è irto di insidie. Un romanzo dalla scrittura sobria e toccante.
Recensione di Daniela Balti
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