Letteratura e cinema ‘Storia di una capinera’ di Franco Zeffirelli dal romanzo di Giovanni Verga
“Avevo visto una povera capinera chiusa in gabbia: era timida, triste, malaticcia ci guardava con occhio spaventato; si rifuggiva in un angolo della sua gabbia, e allorché udiva il canto allegro degli altri uccelletti che cinguetta vano sul verde del prato o nell’ azzurro del cielo, li seguiva con uno sguardo che avrebbe potuto dirsi pieno di lagrime. Ma non osava ribellarsi…la povera prigioniera…”
Inizia così uno dei più bei romanzi di Giovanni Verga (pubblicato nel 1871, fu il suo più grande successo di pubblico finché fu in vita), conosciuto negli anni Novanta grazie ai 100 pagine 1000 lire Newton che per un prezzo davvero irrisorio metteva tanti bei classici della letteratura alla portata di uno studente non troppo fornito di quattrini ma desideroso di allargare i propri orizzonti di lettura. Il romanzo mi piacque moltissimo e ammetto che ci fu anche qualche lacrima per la sorte di Maria la giovane novizia destinata da sempre alla vita di clausura che per i casi della vita (terribile epidemia di colera) aveva conosciuto l’amore terreno purtroppo impossibile.
Fu una bella notizia quando seppi che F. Zeffirelli ne stava girando un film e decisi di dare una chance al maestro che mi aveva fatto conoscere Amleto. Andai da solo perché gli amici pensavano la storia fosse troppo melensa, non rientrava nei loro gusti, li capivo ma io amavo già tutti i generi di film. L’attrice Angela Bettis scelta per il ruolo mi piacque, il maestro confermò il suo fiuto nello scegliere esordienti e aveva proprio la freschezza e l’ingenuità giusta per il ruolo anche l’attore per il ruolo di Nino (Johnathan Schaech) mi sembrò adeguato, il resto del cast era di respiro internazionale con la grande dama del teatro e del cinema Vanessa Redgrave che svettava su tutti in un ruolo di intensa caratterizzazione come solo lei sapeva/sa fare. C’erano diversi cambiamenti nella trama ma non mi dispiacquero ed anzi con il tempo ho capito di preferire gli adattamenti più liberi ma fedeli allo spirito del libro che quelli eccessivamente ‘calligrafici ‘.
Nel tempo poi l’ho rivisto con piacere quando è passato sui canali televisivi.
Piccola curiosità, già Giovanni Verga aveva pensato ad un adattamento cinematografico di cui provò a scrivere il trattamento ma il progetto non si concretizzò e si limitò a vendere i diritti per un film che fu girato nel 1917/18 (fu venduto anche nei Balcani e in Russia) e gli fruttò cinquemila lire dell’ epoca, poi nel 1943 ci fu la prima versione sonora.
Di Andrea Pinto
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