Letture 2023: vi presentiamo quelle di Simona Petacchi
● LIBRI LETTI NEL 2023 ●
Ciao a tutti.
Vorrei condividere con voi le mie letture di quest’anno. Pur sapendo che mi sarei dilungata (forse troppo) ho voluto lasciare un commento ad ogni titolo, cosicché possiate farvi un’idea. I libri sono in ordine di lettura dall’inizio dell’anno ad oggi, ad alcuni ho assegnato una stella e sono quelli che maggiormente ho amato. Spero possiate trovare qualche spunto, nel frattempo vi auguro un 2024 sereno e pieno di buone letture.
■ UN GIORNO COME UN ALTRO – Shirley Jackson (Adelphi, p.277)
22 racconti, 22 storie fatte di stranezze, mistero, morbosità, banalità quotidiane, striscianti cattiverie, sottili ironie. L’autrice ancora una volta riesce a catturare il lettore con una scrittura fluida e personaggi delineati nei minimi dettagli.
■ L’ALTRA FIGLIA – Annie Ernaux (L’orma, p.81)
La lettera che l’autrice scrive alla sorella mai conosciuta, morta a soli sei anni per difterite prima ancora che lei nascesse. Scoprirà della sua esistenza a dieci anni, ascoltando non vista la madre raccontare della tragedia. Un segreto involontariamente svelato che condizionerà tutta la sua vita e il suo rapporto con i genitori. Sempre lucida, essenziale, senza fronzoli, Annie Ernaux scava ancora una volta dentro se stessa per raccontarci un altro pezzo di sé. Bello.
■ SOLO È IL CORAGGIO (Giovanni Falcone il romanzo) – Roberto Saviano (Bompiani, p.582)
A trent’anni dalla strage di Capaci in cui perse la vita assieme alla moglie e agli uomini della scorta, questo libro è un omaggio alla figura di Falcone, al suo sacrificio, alla tenacia con cui ha perseguito i suoi obiettivi contro tutto e tutti, fino alla fine. Un omaggio a quel coraggio che troppo spesso è stato il suo unico compagno. Libro denso di fatti narrati con estrema precisione, un pugno nello stomaco che provoca giustamente ancora tanta rabbia. Intenso e struggente.
■ E TUTTO DIVENNE LUNA – Georgi Gospodinov (Voland, p.144)
La fragilità umana, il bisogno di essere amati, la paura del futuro, la precarietà dell’esistenza. Questo è ciò che troviamo nei diciannove racconti che compongono questo libro. Diciannove storie in cui Gospodinov, autore bulgaro di grande talento, gioca con i generi passando dal surreale al distopico alle situazioni più realistiche, con una scrittura fluida e coinvolgente, mantenendo una costante vena malinconica e delicata.
■ L’EVENTO – Annie Ernaux (L’orma Editore, p.120)
È sempre difficile parlare di aborto. L’autrice racconta la propria devastante esperienza in maniera lucida e cruda, attraverso una scrittura scorrevole ma di grande impatto. Un’analisi dei sentimenti e del dolore talmente precisa da risultare quasi fredda, ma è solo un’impressione.
■ IL RAGAZZO – Annie Ernaux (L’orma Editore, p. 58)
Una donna intraprende una relazione con un ragazzo molto più giovane. In pochissime pagine l’autrice traccia il percorso con cui questa infatuazione diventa pian piano amore, con la sua solita scrittura diretta, essenziale. Più che un romanzo, un racconto. Breve ma intenso.
■ THE QUEEN-Elisabetta, 70 anni da regina – Andrew Morton (Rizzoli, p. 414)
Sappiamo forse tutto di Elisabetta II ma una biografia corposa e dettagliata come questa è meritevole di lettura. C’è la regina a capo di un impero, c’è la donna con le sue ambizioni e incertezze, c’è una figura che è di diritto parte della Storia. Bello.
■ LA MORTE DELLA FARFALLA – Pietro Citati (Adelphi, p. 88)
La farfalla è Zelda Fitzgerald, moglie e grande amore tormentato del più famoso Francis Scott. La storia è quella del loro incontro, della passione bruciante che li lega, della malattia di lei. Un piccolo grande libro che con una scrittura magistrale narra ascesa e caduta di una coppia e di un’epoca. Prezioso.
■ FORSE ESTHER – Katja Petrowskaja (Adelphi, p. 240)
Questo libro è un viaggio nella memoria. L’autrice ricostruisce il proprio albero genealogico e il proprio passato attraverso le storie di nonni, bisnonni, zii, da Vienna a Kiev, dal ghetto di Varsavia a Odessa. Lettura in alcuni momenti non semplicissima per via dei numerosi intrecci e nomi da ricordare, ma importante e coinvolgente.
■ LA VITA PRIMA DELL’UOMO – Margaret Atwood (Ponte alle Grazie, p 444)
Elizabeth ha svariati amanti, Nate sembra accettare la cosa. Quando uno degli amanti di lei muore suicida e Nate intreccia una relazione con una collega, per Elizabeth crollano molte certezze e inizia a porsi quelle domande esistenziali che fino ad allora aveva evitato. Nate nel frattempo non riesce a scegliere fra le due donne. Nel narrare tutto questo Margaret Atwood non rinuncia a porre l’attenzione sulle tematiche a lei più care, come la condizione femminile.
■ LA PERLA – John Steinbeck (Bompiani, p. 106)
Questo breve racconto è prezioso come il titolo che porta. Kino, un povero pescatore messicano, trova un giorno una perla di grande valore e inizia a immaginare come potrà cambiare in meglio la sua vita, senza però riuscire a prevedere quanto la sventura sia vicina. Scrittura di alto livello, profonda analisi dell’animo umano e delle sue miserie, personaggi delineati alla perfezione. È Steinbeck e questo basta.
■ LA MORTE FELICE – Albert Camus (Bompiani, p. 172)
Il primissimo romanzo di Camus, pubblicato postumo. Patrice Mersault ne è il protagonista, un semplice impiegato con una vita normale che a seguito di un incontro fortuito con uno strano personaggio avrà la possibilità di cambiare le cose, macchiandosi però di un delitto. Profonde le riflessioni sul senso della vita, della morte, della felicità. Una chicca.
■ IL SALE – Jean-Baptiste Del Amo (Neo, p. 267)
La storia si svolge nell’arco di un’unica giornata, in cui la madre organizza una cena in famiglia per riunire sotto lo stesso tetto i figli ormai adulti e lontani. L’attesa di quell’incontro sarà per ognuno di loro occasione di tornare al passato, a ricordi dolorosi con cui ancora non si sono fatti i conti. Atmosfera dura, a tratti feroce, un libro tosto, profondo che non lascia scampo. Fa male ma è giusto così.
■ I COSPIRATORI – Frederic Prokosch (Edizioni Settecolori, p. 287)
La Lisbona della II° guerra mondiale, in cui si muovono profughi in fuga o in cerca di soccorso, spie, truffatori, avventurieri e donne fatali. Tra loro Vincent, appena uscito di prigione, con una missione da compiere: uccidere chi ha tradito lui e i suoi compagni. Una scrittura incalzante e piena di ritmo, venature noir e mistero.
■ LA CAMERA AZZURRA – Georges Simenon (Adelphi, p. 153)
Una relazione extraconiugale segreta, passione e ossessione che non si fermano nemmeno di fronte al delitto. La storia è piuttosto semplice e lineare ma la maestria di Simenon sta nella scrittura avvincente e nella capacità di tenere alta l’attenzione del lettore, anche grazie a un efficace intreccio tra presente e passato. Intrigante.
■ GLI AEROSTATI – Amélie Nothomb (Voland, p. 128)
Un adolescente bizzarro, dislessico, con una famiglia distante e una studentessa di filologia che cerca di far nascere in lui l’amore per i libri. Dopo le prime difficoltà tra i due nascerà un rispetto reciproco, scoprendo di avere qualcosa da imparare l’uno dall’altra. Un omaggio alla lettura e alla giovinezza, un finale spiazzante in pieno “stile Nothomb”.
■ AMSTERDAM – Ian McEwan (Einaudi, p. 170)
Al funerale di Molly sono riuniti gli uomini della sua vita, il marito e gli amanti. Le loro vicende si intrecciano, la storia fa emergere i loro egoismi, le invidie e bassezze, i propositi di vendetta. La scrittura di McEwan è sempre fluida e caustica, fatta di dialoghi pungenti e analisi accurate della psicologia dei personaggi. Il finale è inaspettato e decisamente sopra le righe.
■ METÀ DI UN SOLE GIALLO – Chimamanda Ngozi Adichie (Einaudi, p. 456)
La lotta del Biafra per ottenere l’indipendenza dalla Nigeria e la guerra civile che ne è seguita sono il punto di partenza di questo libro in cui si muovono svariati personaggi in varia maniera toccati dall’orrore della tragedia. La scrittura è scorrevole, la psicologia dei protagonisti è delineata con precisione, il libro è il potente affresco di un’epoca travagliata segnata dalla tragedia. C’è la guerra, ma anche tanto amore, in tutte le sue forme.
■ FELICI I FELICI – Yasmina Reza (Adelphi, p. 163)
Breve romanzo corale in cui 18 personaggi in vari modi collegati fra loro, si raccontano, un capitolo per ciascuno. Attraverso una scrittura incisiva e acuta, l’autrice scava nel profondo dell’animo dei personaggi, facendone affiorare le meschinità e debolezze che spesso sono nascoste sotto uno strato di apparenza. Originale e pungente.
■ SVEGLIARE I LEONI – Ayelet Gundar-Goshen (Giuntina, p. 318)
Eitan Green è un medico onesto e affidabile. Una notte, guidando a tutta velocità, investe e uccide un uomo, un migrante africano. Spaventato, decide di fuggire. La moglie dell’ucciso riesce a contattarlo e lo ricatta. Sembra un giallo ma non lo è, c’è molto di più in questo libro, c’è un viaggio nell’animo fra sensi di colpa e rimorsi, esami di coscienza e domande che non trovano risposte o che hanno risposte che non siamo pronti ad accettare. Appassionante.
■ NON DIRMI CHE HAI PAURA – Giuseppe Catozzella (Feltrinelli, p. 236)
Samia vuole correre, guarda lontano e si allena, tutte le notti, di nascosto. Sa che la sola possibilità di lasciare la Somalia sempre più invivibile è in quelle sue gambe magre e scattanti. Samia vuole le Olimpiadi di Londra del 2012 e per questo sogno decide di affrontare da sola il viaggio di ottomila chilometri che porta in Italia via mare, la rotta dei migranti. Storia di determinazione e coraggio, struggente e crudele come solo le storie vere sanno essere.
■ NOTTURNO CILENO – Roberto Bolaño (Adelphi, p. 184)
Durante una notte di agonia un uomo ripercorre la propria esistenza, con l’intento di chiudere i conti con il passato. È una figura meschina che in vita si è macchiata di molte colpe, tra egoismi e viltà, chiudendo gli occhi di fronte a vere scelleratezze. Bolaño ha una scrittura dirompente che trascina e utilizza la figura di quest’uomo ambiguo e vigliacco per scendere anch’egli a patti con quel paese, il Cile, che ha sempre odiato e amato allo stesso tempo.
■ L’AMORE E GLI STRACCI DEL TEMPO – Anilda Ibrahimi (Einaudi, p. 260)
Zlatan e Ajkuna si amano. Sono cresciuti insieme a Pristina, ma lui è serbo e lei kosovara di etnia albanese. Siamo alla fine degli anni ’90 e la guerra incombe in Kosovo, l’ennesimo conflitto in una regione, quella balcanica, che sembra non trovare pace. Sono inevitabilmente separati e il libro ci mostra in parallelo le loro vite che si inseguono, si rincorrono. Avrei preferito un maggiore spazio alle tematiche del conflitto rispetto alla storia d’amore ma ho comunque apprezzato il libro.
■ TRA LORO – Richard Ford (Feltrinelli, p. 134)
Richard Ford ci racconta la storia dei genitori, cresciuti nel profondo sud degli Stati Uniti, sposatisi giovanissimi, innamorati di una vita libera che li vedeva sempre in viaggio. Finché l’arrivo inaspettato di un figlio (l’autore appunto) non cambierà radicalmente la loro vita. Una biografia familiare, un omaggio tenero e malinconico da parte di un figlio non programmato, non atteso ma ugualmente molto amato.
■ QUELLA SERA DORATA – Peter Cameron (Adelphi, p. 318)
La scrittura di Peter Cameron è inconfondibile e anche qui non si smentisce. Dialoghi divertenti e ironici, personaggi bizzarri tratteggiati con maestria, un storia intrigante e divertente nonostante i colpi della vita si facciano sentire.
■ LA MACCHIA UMANA – Philip Roth (Einaudi, p. 400)
Da una parola ambigua male interpretata nasce un’accusa infamante che segna la vita di un professore universitario e ne mina le certezze. Roth esige attenzione totale, la sua scrittura è potente e complessa, non può essere letto in maniera distratta. Se si accetta di “fare fatica”, di tornare su alcuni passi per rileggerli, di intraprendere un viaggio non del tutto lineare, si può scoprire un grande libro.
■ OGNI MATTINA A JENIN – Susan Abulhawa (Feltrinelli, p. 400)
Inevitabilmente questo libro è stato letto da molti, dopo che il conflitto israelo-palestinese è tornato drammaticamente alla ribalta negli ultimi mesi. Ho apprezzato la scrittura, scorrevole e intensa, la profondità con cui si descrivono eventi e personaggi, le tante piccole storie di persone comuni che si trovano loro malgrado ad attraversare la Storia. Un libro interessante, da leggere per provare a capire di più.
■ LA VOCE DELLE ONDE – Yukio Mishima (Feltrinelli, p. 177)
Una storia d’amore tra due giovani che nasce e si sviluppa in un piccolo villaggio di pescatori. È tutto qui e sarebbe ben poco se non fosse per la scrittura lieve e poetica con cui l’autore ci porta dentro la vita quotidiana degli abitanti del villaggio. È tutto semplice e poetico ma c’è spazio anche per riflessioni profonde sulla vita, sul rapporto tra l’uomo e la natura, sui sentimenti.
■ IL PASSEGGERO – Cormac McCarthy (Einaudi, p. 385)
Quant’è difficile parlare di questo libro. Perché è complesso, volutamente respingente, spesso criptico. Ho avuto a volte l’impressione che McCarthy l’abbia scritto solo per sé, per puro esercizio di stile. Le riflessioni presenti sono veramente profonde, scomode, perturbanti. È un libro di cui ho percepito chiaramente la grandezza ma che, a differenza di altre sue opere, non sono riuscita ad amare del tutto. Mi riservo di rileggerlo.
■ 4 3 2 1 – Paul Auster (Einaudi, p. 939)
Le quattro vite di Archie Ferguson, quella che ha avuto e in parallelo le altre che avrebbe potuto avere se solo avesse fatto scelte diverse. Un libro denso di vita e di fatti, di storie e personaggi che non si dimenticano, un libro potente in cui c’è praticamente tutto. Paul Auster è un grande scrittore.
■ GLI INCONVENIENTI DELLA VITA – Peter Cameron (Adelphi, p. 122)
Libro composto da due racconti distinti. In entrambi una coppia e la quotidianità, situazioni di vita ordinaria, banalità. In entrambi un sottile malessere che serpeggia, una silenziosa inquietudine e un vuoto interiore che si cerca di mascherare in ogni modo. L’animo umano messo a nudo, le certezze che si sgretolano.
■ IL MUSEO DELL’INNOCENZA – Orhan Pamuk (Einaudi, p. 585)
Nella Turchia tra gli anni 70 e 80, Kemal e Füsun si incontrano, si amano, si perdono. Si ritroveranno in seguito, ma in maniera differente. La scrittura di Pamuk è densa di dettagli e sensazioni, richiede dedizione e pazienza, ma coinvolge totalmente. Una storia tormentata e una dichiarazione d’amore a una Turchia in grande fermento.
■ LIBRA – Don DeLillo (Einaudi, p. 456)
L’assassinio di JFK secondo DeLillo. Se vi affascina la figura di Kennedy e vi intrigano i complotti, questo è il libro giusto. Per la scrittura sempre potente, per i personaggi delineati alla perfezione (le ossessioni di Oswald, il rapporto conflittuale con la madre, gli agenti corrotti) e per la fotografia nitida di un periodo storico, di un evento che è stato uno spartiacque per l’America e per il mondo intero. Perfetto.
■ UNA NUOVA TERRA – Jhumpa Lahiri (Guanda, p. 369)
Otto racconti che narrano gioie e problematiche di alcuni giovani di origine indiana immigrati negli Stati Uniti. Storie di esilio e lontananza, contrasti familiari e senso di perdita, storie di vite sospese tra due culture, con la sensazione di non appartenere a nessun luogo. Scrittura incisiva, a tratti venuta di malinconica, molto bello.
■ AUGUSTUS – John Williams (Fazi Editore, p. 409)
Romanzo epistolare in cui si narra la vita di Ottaviano Augusto attraverso le lettere, le voci delle persone che lo circondano: amici, nemici, familiari. Scrittura fluida e potente, ho amato questo libro come già avevo amato Stoner dello stesso autore.
■ STAI ZITTA e altre nove frasi che non vogliamo sentire più – Michela Murgia (Einaudi, p. 128)
Il linguaggio come arma di prevaricazione, perché anche dalle parole possono nascere violenza e discriminazioni. È interessante notare come certi modi di dire, certe frasi siano entrati a far parte del linguaggio comune a tal punto da impedirci di vederne le storture. Una lettura illuminante.
■ CREATURA DI SABBIA – Tahar Ben Jelloun (Einaudi, p. 182)
Quando dopo sette figlie femmine nasce Mohamed, il primo maschio, la gioia del padre è incontenibile. Ma Mohamed non è un maschio, bensì una femmina che per volere del padre verrà cresciuta ed educata come un uomo. Storia dolorosa che narra di rinunce, di solitudini e incomprensioni, di un Marocco arretrato la cui cultura limita ancora troppo gli spazi alle donne. Scrittura poetica e onirica, molto intensa.
■ RICORDI DELLA MIA INESISTENZA – Rebecca Solnit (Ponte alle Grazie, p. 246)
Rebecca Solnit, scrittrice, femminista, attivista politica, racconta la sua vita, la ricerca di sé, la lotta costante contro ‘”l’inesistenza”, sua e di tutte le donne. È un libro pieno di ricordi e poesia, di lotte per i diritti, di esperienze, gioie e delusioni. È una dichiarazione d’amore a una città, San Francisco, che l’ha accolta e vista crescere, cambiare, diventare consapevole. Ottima lettura.
■ ADUA – Igiaba Scego (Giunti, p. 183)
Storia a due voci, quella di Adua, somala giunta in Italia negli anni ’70 seguendo il miraggio del cinema e di una vita migliore e quella del padre, Zoppe, interprete che lavorò per l’italia al tempo del regime. Per entrambi ci sono sogni infranti e speranze disilluse. Un libro duro nella tematica, ma scorrevole nella prosa. Da leggere.
■ NOTIZIE DA UN GRANDE PAESE – Bill Bryson (Tea, p. 362)
Bryson è americano, ma vive per quasi vent’anni in Inghilterra. Tornato negli Stati Uniti non riconosce più il paese che aveva lasciato, ogni piccola cosa è fonte di incomprensioni e mette in risalto le differenze culturali, linguistiche, sociali dei due paesi. C’è tanto humour, tanta pungente ironia, ma anche tanto amore per il proprio paese. Mi ha divertito molto.
■ RUMORE BIANCO – Don DeLillo (Einaudi, p. 389)
Una minacciosa nube tossica, un evento sconcertante e improvviso il cui racconto si dipana brevemente nella parte centrale del libro. Prima e dopo ci sono riflessioni profonde sulla vita e la morte, personaggi descritti magistralmente e una scrittura sublime che richiede attenzione ma coinvolge e appassiona. Complesso e potente come solo DeLillo riesce a essere.
■ CHE COSA FA LA GENTE TUTTO IL GIORNO – Peter Cameron (Adelphi, p.188)
Dodici racconti, dodici storie di persone comuni, vite ordinarie in cui gioie e delusioni si alternano spesso in sordina. Cameron è bravo a scandagliare nell’animo umano e metterne a nudo debolezze e fragilità. Forse non la sua migliore opera ma un libro che vale comunque la lettura.
■ VI AVVERTO CHE VIVO PER L’ULTIMA VOLTA – Paolo Nori (Mondadori, p. 257)
La vita della poetessa russa Anna Achmatova, donna forte, coraggiosa, osteggiata dal padre per il suo desiderio di scrivere, controllata, temuta, divenuta ad un certo punto una delle voci più note nella Russia occupata dai nazisti. Già questo basterebbe, ma aggiungiamoci la scrittura di Paolo Nori, poetica e malinconica, spesso ironica, appassionata. Un libro prezioso.
■ GLI UOMINI MI SPIEGANO LE COSE (Riflessioni sulla sopraffazione maschile) – Rebecca Solnit (Ponte alle Grazie, p. 168)
Un saggio molto interessante sulla condizione femminile e sull’importanza della parola, spesso usata per prevaricare, zittire, sminuire le donne e il loro ruolo nella società. La scrittura è scorrevole e pungente, talvolta ironica e molto incisiva.
■ L’ISOLA DEGLI ALBERI SCOMPARSI – Elif Shafak (Rizzoli, p. 364)
Ada ha 16 anni e non sa nulla del passato dei suoi genitori, del loro amore proibito e contrastato. Il padre greco e cristiano, la madre turca e musulmana, in una Cipro lacerata dal conflitto. C’è molta poesia in questo libro, c’è il dolore provocato dalla guerra, le separazioni, gli esuli che ritornano dopo anni senza sapere cosa troveranno. L’amore tenace che resiste al tempo, l’amore per la natura, testimone costante di ogni avvenimento. È c’è un tocco in più, una voce narrante inattesa, che stupisce e affascina. Bellissimo.
■ APRILE SPEZZATO – Ismail Kadare (La nave di Teseo, p.220)
L’Albania misteriosa e crudele, sconosciuta ai più, quella delle tradizioni antiche e oscure, come il codice Kanun, che regola fra le altre cose le questioni d’onore. Il sangue si lava con il sangue, dando così origine a faide familiari infinite. L’autore descrive al meglio le atmosfere cupe e senza speranza di chi vive un’esistenza segnata dal sangue e dalla morte. Non conoscevo Kadare ma mi sono innamorata di questo libro e della tragicità di cui è intriso.
■ LA FEMMINILITÀ, UNA TRAPPOLA – Simone De Beauvoir (L’onda, p. 155)
Una raccolta di scritti a lungo inediti in Italia in cui l’autrice affronta con la sua consueta lucidità le tematiche a lei più care: si parla della condizione femminile, del valore della letteratura, della società ipocrita, del suo legame con Sartre. Un saggio breve ma denso di contenuti e come sempre illuminante.
■ DIZIONARIO DEI NOMI PROPRI – Amélie Nothomb (Voland, p. 148)
Plectrude è una bambina bellissima e molto particolare, che sembra destinata a fare grandi cose, a cominciare col diventare una ballerina. Quando un incidente distrugge il suo sogno la sua vita prende una piega inaspettata. Amo Amélie Nothomb e il suo modo di scrivere e delineare i personaggi, che restano sempre impressi. Bel libro, seppur inquietante nella seconda parte.
■ STORIA DI UN ABITO INGLESE E DI UNA MUCCA EBREA – Suad Amiry (Mondadori, p. 240)
La vita in Palestina negli anni prima e dopo la Nakba, una storia d’amore contrastata dal destino, l’orrore della guerra, il dolore delle separazioni. Il tutto narrato con una scrittura fluida e intensa che ci trasporta in quella parte di mondo e ce ne fa cogliere profumi e colori. Poetico, nonostante tutto.
■ LO SQUALIFICATO – Osamu Dazai (Feltrinelli, p. 150)
La vita tormentata di un uomo incapace di relazionarsi con le persone, legato profondamente alle tradizioni del Giappone ma allo stesso tempo attratto dell’Occidente e le sue lusinghe. Un’anima in perenne conflitto che non riesce a trovare un posto nel mondo. Scrittura semplice e fluida, temi profondi, un interessante viaggio nella letteratura giapponese. Bello.
■ L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ESSERE – Milan Kundera (Adelphi, p. 336)
Uno di quei libri in cui ci sarebbe da sottolineare ogni frase. Forse l’ho letto troppo in ritardo per rimanerne incantata, ma resta una lettura importante che lascia molto.
■ I CANI E I LUPI – Irène Némirovsky (Adelphiz, p. 234)
Un amore assoluto e impossibile, disparità sociali che generano disprezzo e invidie, uno sguardo attento sulla difficile vita degli ebrei poveri nelle città russe. Amo questa scrittrice, la sua prosa elegante e incisiva, la profondità con cui scava nell’animo umano.
■ L’ATTENTATRICE – Yasmina Khadra (Mondadori, p. 232) A Tel Aviv, dopo un sanguinoso attentato, un chirurgo arabo naturalizzato israeliano scopre nella maniera più drammatica come la moglie sia coinvolta nella strage. Un dramma interiore, un’ossessiva ricerca della verità, dei motivi che hanno portato la donna che credeva di conoscere a compiere una scelta così atroce. Potente.
PS: Nella nuova edizione di Sellerio il titolo è “L’attentato”.
■ LE LETTERE DEL MIO NOME – Grazia Livi (La Tartaruga Edizioni, p. 276)
Un po’ saggio e un po’ romanzo, questo libro analizza la vita, il percorso letterario e di autodeterminazione di alcune importanti scrittrici, da Simone De Beauvoir a Virginia Woolf a Gertrude Stein. Molto interessante.
■ LA GUERRA CHE NON SI PUÒ VINCERE – David Grossman (Mondadori, p. 185)
Amo da sempre il Grossman romanziere ma i suoi saggi sono sempre rimasti un po’ in disparte. Ho recuperato questa raccolta di articoli in cui espone il suo pensiero sulla questione israelo-palestinese.
■ MATTINO E SERA – Jon Fosse (La nave di Teseo, p. 160)
Un bambino viene al mondo, un uomo anziano si appresta a lasciarlo. La vita e la morte, l’inizio e la fine, il senso di tutto quanto. Una scrittura fluida e senza pause, spesso senza punteggiatura o virgolette, un flusso continuo di parole e pensieri che diventa quasi una fiaba. Malinconico e poetico.
■ LA RESISTENZA DELLE DONNE – Benedetta Tobagi (Einaudi, p. 368)
Un libro che è memoria e testimonianza, che racchiude le storie di tante donne coraggiose, generose, tenaci e del contributo fondamentale portato alla Resistenza. Troppo spesso passato in sordina, il ruolo delle donne viene giustamente celebrato con pagine intense e commoventi. Libro importante.
■ GLI ANNI – Annie Ernaux (L’orma Editore, p. 266)
La storia di una vita (quella dell’autrice) raccontata attraverso il mutare dei tempi, dagli anni ’40 ad oggi. Il tentativo di trovare se stessa e il proprio significato nel mondo che continua a cambiare. Una biografia atipica che è anche uno sguardo attento ai cambiamenti politici, culturali e sociali in Francia e nel mondo. Annie Ernaux vale sempre la pena.
PS: poiché questo post è risultato essere più lungo della muraglia cinese mando un bacetto extra a chi è riuscito ad arrivare fin qui. Grazie
Di Simona Petacchi
Le mie letture: i libri del 2022 secondo Simona Petacchi
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