L’IBISCO VIOLA Chimamanda Ngozi Adichie

L’IBISCO VIOLA, di Chimamanda Ngozi Adichie (Einaudi)

 

Recensione 1

Questo libro è stato per me una piacevole sorpresa. L’autrice è una giovane nigeriana che in patria ritengono essere l’erede del grande Chinua Achebe.

 

L'ubisco Viola
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Protagonista è Kambili 15 anni, con suo fratello Jaja e i suoi genitori che vivono a Egudu (Nigeria) dove il padre possiede alcune aziende e, soprattutto, l’unico giornale indipendente del paese tramite il quale si batte per diffondere la legalità, la democrazia e i diritti civili.

Uomo generoso con tutti coloro che gli chiedono aiuto, ma che si trasforma in famiglia in un cattolico fanatico, un vero padre-padrone fino ad arrivare alla violenza nei confronti della moglie e dei figli rifiutandosi ostinatamente di frequentare il vecchio padre rimasto alla religione degli antenati.

 

 

Le cose cambiano quando, dopo un colpo di stato, i ragazzi vanno ad abitare nella città universitaria di Sukka dalla zia Ifoema e ai cugini. Qui trovano un clima di allegria, amore, libertà e tolleranza che li trasformerà profondamente tanto che nulla potrà essere come prima fino all’inatteso finale che travolgera’ la vita di tutti i protagonisti.

 

 

Un libro molto bello dove al racconto delle vicende personali deila famiglia protagonista si somma quello delle trasformazioni civili e politiche del post-colonialismo, del confronto tra religioni diverse e del passaggio dall’età dell’adolescenza a quella adulta.

Recensione di Lucia Lorenzini

 

Recensione 2

Colpisce la storia di Kambili e suo fratello Jaja. Colpisce il loro comunicare attraverso gli occhi, lo scambio di domande di cui già conoscono le risposte ed il rifiuto di quelle di cui invece non vogliono sapere.
Kambili e Jaja vivono con i genitori in Nigeria, paese sull’orlo della guerra civile che conduce la sua battaglia per la legalità, per i diritti. Colpisce il fanatismo religioso cattolico del padre, uomo dalla duplice personalità: da benefattore della comunità e coraggioso politico, è infatti proprietario dell’unico giornale indipendente di Enugu, a crudele e violento padre padrone tra le mura domestiche. Per fortuna, dico, c’è zia Ifeoma, l’intrepida zia Ifeoma, a dare respiro a questa storia.
È lei che gettera’ il seme, nell’animo dei ragazzi, della libertà e sarà sempre lei a  far capire che la ribellione, se usata bene, non è una cosa cattiva. Resta purtroppo la solita triste verità: sono costrette ad andar via le persone istruite, quelle che hanno il potenziale per indurre i cambiamenti che sono necessari per migliorare, invece i deboli restano e di questi deboli i tiranni continueranno a servirsi per esercitare il loro potere. “… Ed io mi rendo conto di non riuscire a controllare neppure i sogni che ho fabbricato.”  dice Kambili. Invito a leggere questo libro, facendo attenzione a non cadere nella trappola della “storia unica”, come Chimamanda Ngozi Adichie stessa dice in una sua conferenza. Sarebbe errato pensare che certe realtà, certi modi di agire appartengano solo ad un popolo, quello africano in questo caso. Salvarsi dagli stereotipi ci svincola
da pensieri precostituiti che non ci fanno crescere.
Recensione di Silvana Stoico

 

 

L’IBISCO VIOLA Chimamanda Ngozi Adichie

 

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