Libro/Film
IL MANDOLINO DEL CAPITANO CORELLI Louis De Bernières – John Madden
CONTIENE SPOILER. Avviserò quando giungerò a quel punto.
Quando fu lanciato il film tratto dal libro di Louis De Berniéres con l’omonimo titolo, IL MANDOLINO DEL CAPITANO CORELLI (che vidi per pura coincidenza perché suggeritomi da un’amica), corsi subito a comprare il romanzo, quindi il DVD.
Si era, badate, nel novembre del 2001. Da allora, pur sapendo che era un buon libro, continuai a rimandare la sua lettura un po’ perché gli preferivo sempre qualcos’altro, un po’ perché, sfogliandolo grosso modo, come di solito faccio con tutti i libri quando sono all’inizio e, comunque, prima di terminarli, non lo volli volutamente leggere a causa del finale diverso dalla pellicola cinematografica. Più giù spiegherò il motivo.
Ma andiamo con ordine.
In Italia, l’opera di De Berniéres fu pubblicata nel 1996 da Longanesi con un titolo diverso, cioè UNA VITA IN DEBITO, mentre nel 2001 uscì per i tipi di Guanda (anche in seconda edizione) e mantenne, nella traduzione, lo stesso titolo dell’edizione originale inglese, Captain’s Corelli Mandolin.
La vicenda si svolge nell’isola di Cefalonia durante l’occupazione italiana e tedesca, quindi della seconda guerra mondiale.
Lo scenario è una magnifica terra antica e orgogliosa, come i suoi abitanti, compresa Pelagia, figlia del dottor Iannis, due tra i principali protagonisti della storia.
A questi fanno da contorno personaggi come il monarchico Stamatis, il comunista Kokolios, il gigante buono Velisarios e, finalmente, Mandras, giovane e avvenente pescatore oltre che primo fidanzato di Pelagia, il quale vive con sua madre Drosoula (interpretata nel film nientemeno che da Irene Papas!), ma vuole partire per il fronte per dimostrare a tutti, soprattutto a Pelagia e a suo padre, di livello sociale più elevato, che egli è in grado di compiere le gesta eroiche e patriottiche per diventare un vero uomo.
Tra i soldati italiani inviati sull’isola ci sono un altro paio di personaggi chiave della storia: Carlo Guercio, proveniente dalla Divisione Julia, dopo che questa fu quasi sterminata, che si unirà al XXXIII reggimento di Artiglieria comandata dal capitano Antonio Corelli, uno stravagante giovane ufficiale che si mostrerà tale sin da subito poiché al suo ingresso nell’isola, pur continuando a marciare ordinatamente, ingiungerà ai suoi soldati di voltare il viso verso Pelagia, dopo averla omaggiata apprezzandola con un: “Bella bambina a ore nove”, segnale appunto per i suoi ragazzi di omaggiare, a loro volta, la ragazza in modo personale. Da parte sua, quest’ultima assiste per un minuto ad una parata di espressioni comiche, grottesche ed esilaranti impossibili da resistere!
Il capitano Corelli, come da regolamento, essendo un ufficiale, deve alloggiare in un’abitazione civile che, guarda caso, è proprio quella del dottor Iannis e di sua figlia.
Nel prender possesso dell’alloggio il giovane Corelli porta con sé Antonia, il suo mandolino, l’altra metà di sé. Sì, perché il capitano è anche un ottimo musicista e compositore.
La sua compagnia, infatti, è composta da musicisti e cantanti per i quali ogni occasione è buona per fare sfoggio della propria inclinazione musicale. Il suo nome d’arte è La Scala.
Non solo, con loro viaggiano anche delle giovani e belle prostitute presenti per sollevare il morale dei soldati, che a Cefalonia sembra stiano facendo più vacanza che comportandosi da forze occupanti: soldati e donne sono spesso sorpresi a fare tuffi nello splendido mare cristallino e a prendere il sole.
È proprio in queste circostanze che gli artiglieri e Corelli fanno amicizia con un ufficiale tedesco, che parla anche italiano e non è biondo con gli occhi chiari, come prevede il copione dell’eletta razza ariana, ma con occhi e capelli castani. È Günter Weber, un giovane tenente dei granatieri tirolese, che vorrebbe tanto essere più simile ai suoi slavati commilitoni.
Intanto, a casa del dottor Iannis, Antonio Corelli, grazie al suo carattere franco e allegro, ma leale e rispettoso, finisce per innamorarsi della bella Pelagia, la quale, se inizialmente gli ha opposto resistenza con modi di fare sgarbati e dispetti vari, sarà conquistata proprio dalla spontanea generosità del bel capitano italiano e dalla sua musica delicata ed elegante.
Allo scoppio vero e proprio della guerra i cefalleni si renderanno conto della vera natura e della differenza sostanziale tra Italiani e Tedeschi.
Mi fermo qui con la narrazione poiché, da ora in poi, rivelerò diversi altri elementi e parallelismi tra libro e film.
SPOILER. Chi non vuole sapere altro, non legga qui di seguito.
E Mandras, che fine ha fatto?
Da giovane ingenuo quale era, dopo esser partito la prima volta e non aver mai risposto alle lettere di Pelagia, perché non sa leggere, è entrato a far parte di una brigata di guerriglieri che collaborerebbero, in teoria, con gli inglesi, che, dopo l’armistizio dell’8 settembre, stanno arrivando in aiuto di greci e italiani, per scacciare (e catturare) i tedeschi nei paesi occupati. La verità però è che i guerriglieri dell’ELAS non sono poi così patriottici come vorrebbero apparire, bensì ladri, assassini e razziatori dei loro stessi compatrioti.
Col tempo anche Mandras s’integrerà perfettamente con questi meschini nel libro, mentre nel film, il regista John Madden, lo nobiliterà a tal punto da essere proprio colui che aiuterà Corelli a ritornare in Italia, di nascosto dai tedeschi, i quali, dopo aver disarmato i soldati italiani, li hanno in gran parte fucilati.
Antonio e Pelagia, intanto, si promettono a vicenda di ricongiungersi, a guerra finita, per sposarsi e poi decidere dove andare a vivere.
Fin qui, tra film e libro, non passa molta differenza.
La diversità nel film (con Nicholas Cage e Penelope Cruz) si nota quando, dopo il terribile terremoto del 1953, Antonio torna finalmente a Cefalonia, durante la festa di S. Gerasimo, il patrono dell’isola, perché sente che non può vivere senza Pelagia, quindi si ricongiunge a lei.
Nel libro, invece, il ricongiungimento dei due fidanzati avverrà molti anni dopo, quando ormai Antonio e Pelagia sono in età avanzata, a causa di un malinteso mai chiarito.
Il motivo per cui l’autore ha preferito questo a un finale più scontato è comprensibile se si è letto il libro, poiché, prima di arrivare ai giorni nostri, ci sono molte pagine di narrazioni di natura politico-sociale, legate alla storia del dopoguerra dell’isola in particolare, che chiariscono l’evolversi della vicenda e di tutta la cornice di fatti che la circonda.
Ma è un finale che, seppur a lieto fine, lascia in bocca un amaro piuttosto difficile da mandar giù.
Ecco perché, se devo considerare la love story tra Antonio e Pelagia, preferisco il finale del film, molto più romantico e avvincente, soprattutto in un periodo pesante e difficile come questo durante cui scrivo.
E capisco anche perché ci si sia indirizzati verso questo finale: essendo una pellicola a carattere sentimentale e di guerra non poteva deludere migliaia di spettatori che non si aspettavano altro che QUEL lieto fine!
IL MANDOLINO DEL CAPITANO CORELLI è un magnifico libro, la cui storia e la perfetta, scorrevole narrazione tengono incollati dalla prima all’ultima pagina.
Momenti di buffo umorismo sono sapientemente intercalati ad altri di estrema drammaticità, come l’eccidio degli italiani ad opera dei tedeschi, o quelli del brigantaggio greco nel dopoguerra.
Ogni personaggio ha la propria dignità, compresi quelli buffi come Stamatis, Kokolios e lo stesso dottor Iannis, se non addirittura lo scanzonato Corelli.
E ogni personaggio ha la propria profonda interiorità come Carlo e Velisarios, i due giganti buoni ed eroici del romanzo oltre, naturalmente, all’orgogliosa Pelagia.
Ho faticato molto a staccarmi perché questo è uno di quegli indimenticabili libri, che fa vivere intensamente la storia insieme ai protagonisti, soffrire e gioire insieme a loro. Ed è veramente difficile trovare, a lettura ultimata, un libro che coinvolga allo stesso modo e lo rimpiazzi degnamente!
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