Libro/Film LA MIGLIORE OFFERTA Giuseppe Tornatore

La migliore offerta Tornatore

Libro/Film LA MIGLIORE OFFERTA Giuseppe Tornatore

Libro – LA MIGLIORE OFFERTA, di Giuseppe Tornatore

Ricordo che quando uscì il film nelle sale cinematografiche trascinai letteralmente mio marito sino all’entrata della sala.
Amante di film d’azione, non voleva sentirne proprio parlare. “Tornatore? Malgrado sia da premio Oscar, io sono convinto di addormentarmi in sala”

Ed effettivamente non era la prima volta che a poco meno della metà di un film, scelto da me, cominciava a russare mettendomi nettamente in difficoltà.

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Gettai gli occhi in cielo sospirando, come mi capita quando credo di non non essere capita, ma non demorsi.

Fortunatamente con “La migliore offerta’ non solo non aveva calato le palpebre ma la sua attenzione fu viva dall’inizio fino al plot inaspettato.

Ricordo che appena uscito dal cinema esclamò ‘Capolavoro!”

A distanza di poco tempo mi imbattei casualmente nel libro, non sapevo che dal film era stato ricavato un romanzo editoriale! Una chicca per me, non esitai e lo comprai autodedicandomelo “A Patty 5.3.2013”

In realtà il libro di poco meno di 100 pagine nasceva come stesura preparatoria del film, prassi utilizzata nel mondo del cinema prima di stendere la sceneggiatura definitiva per sollecitare l’interesse di un attore, di un’ attrice importante, cercare finanziamenti, concludere accordi, e quindi con nessuna velleità editoriale.

Ce lo racconta lo stesso Tornatore nella premessa insieme al suo desiderio di fare partorire, dallo stesso grembo, due storie gemelle, apparentemente non in relazione fra loro ma che stranamente si attraevano, già da tempo rinchiuse in separati cassetti: una genesi alquanto travagliata e particolare.

Sta di fatto che la necessità di creare una storia unicum ha fatto sì che si rendesse necessaria una stesura meno sceneggiata e più letteraria. Soltanto in tale maniera i due personaggi, concepiti separatamente e in tempi diversi, interaginavo perfettamente. E da ciò è nato il romanzo fortemente voluto dall’editore Sellerio, prima che uscisse il film.

Il libro è fedelissimo alla trasposizione cinematografica (o viceversa), la lettura risulta particolareggiata, fluida, intrinseca di lirismo letterario. E se a tratti si ravvisa uno stile impuro, un po’ racconto, un po’ sceneggiatura, è perché la sua nascita non era originariamente editoriale, ma di ciò il racconto non ne soffre alquanto, anzi risulta visivo e illuminante proprio come se fosse proiettato sul grande schermo.

La storia frammentata in 30 capitoli è di una bellezza creativa sconvolgente, in cui ogni particolare sembra un piccolo, prezioso ingranaggio di un meccanismo perfetto.

La creatività di Tornatore, abilissimo nel sovrapporre le due figure principali isolate e distanti in modo tale da farle interagine fra loro utilizzando il procedimento di “contrappunto doppio”, tecnica utilizzata nel mondo musicale, la dice tutta sulla grandiosità del risultato finale.

Non mi soffermo e non faccio alcun accenno alla trama onde evitare di togliere il gusto al lettore/alla lettrice di assaporare ogni singolo passaggio che di per sé ha un valore notevole e rivelarlo rovinerebbe il piacere di scoprire, attraverso le parole, il suo incipit prepotentemente visivo.

Posso solo dirvi che “si potrebbe definire una storia sull’arte intesa come sublimazione dell’amore, ma anche sull’amore inteso come frutto dell’arte” E va aggiunto: una storia sulla falsificazione di entrambe le due forme, arte e amore, considerate le più nobili!

“I sentimenti umani sono come le opere d’arte, possono essere il risultato di una…come dire, simulazione. Tutto può essere simulato, Virgil: la gioia, il dolore, l’odio, la malattia, la guarigione…perfino l’amore.”

Recensione di Patrizia Zara

Film –  LA MIGLIORE OFFERTA  Giuseppe Tornatore

(The best offer)
di Giuseppe Tornatore (Italia, 2013)
con Geoffrey Rush, Sylvia Hoeks, Jim Sturgess, Donald Sutherland
VOTO: ***/5
La migliore offerta

“In un falso c’è sempre qualcosa di vero perchè un falsario, se è bravo, non perde mai la tentazione di inserire nella copia qualcosa di suo”. Parola di Virgil Oldman, ricco e distaccato battitore d’aste, esperto antiquario e collezionista d’arte (anche con metodi poco cristallini), protagonista del film di Giuseppe Tornatore: per chi di voi ama il thriller e l’intrigo, in questa frase c’è tutto il significato della pellicola. Altro non  vi diremo, per non rovinarvi il gusto di andare al cinema e, più semplicemente, perchè la trama del film, tenuta segretissima fino all’ultimo istante dal regista siciliano, è in realtà molto meno complessa di quello che ci si potrebbe immaginare…

I lettori di questo blog, da appassionati di cinema quali sono (altrimenti non lo leggerebbero), sanno bene che  esistono due Tornatore diversi: uno è il Tornatore ambizioso, megalomane e nostalgico, perversamente attaccato alla sua terra, autore di noiosissimi polpettoni a largo budget e di scarso appeal come Baarìa, Malèna e L’uomo delle stelle. Poi c’è l’ altro Tornatore, il suo fratello gemello, che per nostra fortuna ogni tanto sente il bisogno di restare coi piedi per terra e restituirci un cinema più genuino e più sincero, a misura d’uomo, fatto più col cervello che col cuore e con meno afflato epico. La migliore offerta, ultima sua fatica, rientra in questa categoria: siamo, per genere e atmosfere, dalle parti di Una pura formalità e La sconosciuta, guardacaso due dei suoi migliori film che, sempre non a caso, erano ambientati ben lontani dall’amata Sicilia: quasi come se il richiamo ancestrale delle proprie origini impedisse a Tornatore di girare film più maturi e tenere a bada l’aspetto emozionale.

Questo, intendiamoci, non vuol dire che La migliore offerta non sia un film emozionante, solo che le emozioni che ci traduce non sono affatto quelle che uno s’immagina. E, diciamolo subito a scanso di equivoci, se pensate di andare a vedere un thriller fatto di tensione, pathos e colpi di scena, ne rimarrete quasi sicuramente delusi. Primo, perché l’azione è praticamente peri a zero: non ci sono sparatorie, inseguimenti, esplosioni e morti ammazzati. Secondo, perché l’intreccio della storia è decisamente prevedibile e per nulla originale: insomma, uno spettatore di media intelligenza come colui che scrive capisce quasi subito come stanno le cose…

Eppure, malgrado ciò, a noi La migliore offerta non è affatto dispiaciuto, perchè a nostro modestissimo parere sono ben altri gli elementi importanti di questa pellicola, che vanno oltre l’aspetto strettamente formale del film di genere. La migliore offerta è un film sorprendentemente molto intimo e personale, che parla di solitudine, vecchiaia, inadeguatezza, impotenza… La cosa che colpisce subito è infatti l’assoluto e agghiacciante stato di autoreclusione in cui vive il protagonista: Virgil Oldman è un uomo ricchissimo e potente, ineffabile e inflessibile sul lavoro, eppure incapace di qualsiasi slancio affettivo nella vita reale, in particolar modo verso il genere femminile, universo a lui totalmente sconosciuto e che gli si rivelerà sconvolgente quando dovrà scendere a patti proprio con una donna.

Succede infatti che una giovane ereditiera, orfana e senza amici, invita Oldman nella decadente villa di proprietà per fargli eseguire una valutazione del patrimonio di famiglia. La ragazza però non è una cliente qualsiasi: soffre di una grave forma di agorafobia che non le permette di uscire dalla propria camera dove vive ‘prigioniera’ fin da bambina. Oldman resta subito colpito e affascinato dalla condizione della ragazza, capisce che essa è esattamente come lui: entrambi, a modo loro, hanno paura del mondo e difficoltà ad aprire il loro cuore: Oldman vive in una casa lussuosa, immensa, eppure sempre irrimediabilmente vuota. L’unica sua compagnia sono le centinaia di preziosissime tele che custudisce nel caveau, tutte raffiguranti figure femminili: le uniche donne con cui si sente a suo agio… almeno finora. Almeno fino all’arrivo della giovane Claire, sopraggiunta a sconvolgergli la vita con la forza di un tornado.

Mai sottovalutare le conseguenze dell’amore, era la regola di un grande film italiano di qualche anno fa. Oldman invece si lascia travolgere da una passione che non è in grado di controllare, essendo per lui una sensazione completamente nuova e sconosciuta. Di più, davvero, non possiamo dirvi. Salvo che La migliore offerta è un film che vi farà riflettere sui valori della vita, sul tempo che fugge, sul coraggio che serve per compiere scelte di vita importanti e non avere rimpianti in futuro… Oldman è un uomo che è ‘nato vecchio‘ (il nome scelto da Tornatore non è certo casuale) e che scopre a sessant’anni di aver gettato via gli anni migliori della giovinezza, esattamente come la donna di cui si è innamorato.

L’ultimo Tornatore, insomma, può definirsi una pellicola riuscita, sebbene come ripetiamo non abbia né i tempi né la struttura del thriller: a una prima parte lunga e descrittiva si sussegue un epilogo fin troppo movimentato e abbastanza scollegato dal resto del film. A reggere tutto sulle proprie spalle ci pensa però un bravo attore come Geoffrey Rush, perfettamente a suo agio nei panni del vecchio battitore d’asta algido e incapace di amare. Belli anche la scenografia e gli esterni del film, ambientato in un’imprecisata e grigia città mitteleuropea (nella realtà tra Trieste e Praga), quasi a testimoniare (parole dello stesso Rush) “il difficile rapporto tra la vecchia Europa, colta ed elegante, e l’Europa moderna, e deve aprirsi al futuro“. Esattamente come le nostre vite.

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