L’IMPROMISSA, di Chiara ferraris (Sperling & Kupfer)
Senza respiro. Alice.
L’intensità della storia, associata allo stile e alla sinuosità della scrittura, rende “l’Impromissa” un romanzo di quelli che rimangono nel cuore.
Un romanzo dalle sfumature di un rosa tenue e delicato, capace di farti andare oltre il presente e farti vagare in un mondo lontano
A me ha riportato indietro: chissà che storie hanno avuto mia nonna, mia madre, i miei avi. Chissà.
Nessun diario, purtroppo, mi è pervenuto. Posso solo immaginare, creare, elaborare guardando le loro foto che spesso mi trovo fra le mani.
Che strana sensazione. Mi sembra di non averli conosciuto abbastanza, di non sapere nulla di loro. Nasce in me, in questi momenti vacui di ricordi, una nostalgica e malinconica curiosità che percepisco sottile dentro il mio cuore e che non potrò che soddisfare con la mia fantasia, ricucendo le poche frasi sospirate e velate da una forma di pudore, frasi che volteggiano nell’aria dei ricordi.
“L’impromissa” mi ha riportato a loro, mia madre giovane, bella e sorridente, mio padre illuminato dal suo perenne ottimismo, mia nonna con il suo abito anni ’30 e il suo sguardo leggermente imbronciato, mio nonno rigido in tutta la sua elegante figura in uniforme.
E penso: chissà quali segreti si sono portati nella tomba.
L’impromissa è un romanzo cosi, di storie lontane emerse dal ritrovamento di un diario.
Agata è figlia del suo tempo presente, giovane e confusa. Alice è stata figlia di quel tempo sfumato, annebbiato ma cosi reale e dolorosamente tangibile riemerso dalla confessione accorata di un amore indelebile.
Forza, coraggio, determinazione, il tutto fra gli odori acri di una terra amata a tal punto da rinunciare a un amore unico per un amore più grande e più potente, universale ramificato lungo un tempo che si protrae all’infinito di generazione in generazione.
Ogni capitolo una riflessione costante: quanta forza si può ricavare dalle vite che furono!
Alice è e rimarrà sempre una donna meravigliosa e Agata ne trarrà balsamo, si nutrirà di quella travolgente passione, di quella incredibile forza che giunge, attraverso le parole, dal lontano passato. Perché tutto torna e nulla finisce per sempre.
La storia si svolge a Genova. Attraversa la seconda guerra mondiale e approda nel presente fra le mani di Agata, nipote dell’incredibile zia Alli.
Più di tanto non vi dico. Leggetelo, vi darà forza e coraggio in questi tempi cosi stranamente confusi nello sforzo di apparire normali.
E forse riuscite a essere più tollerati con voi stesse, con i vostri cari, con chi incontrate poiché forse riuscite a percepire che dietro ogni volto c’è o c’ è stata, più o meno, un’incredibile storia di sentimenti umani, più o meno, vissuti liberamente o relegati nello scrigno segreto del cuore.
Soltanto così, andando oltre, si possono sentire le sofferenze e i patimenti altrui, soltanto così possono rendersi tangibili le altrettante estreme gioie e sfiorare la sfuggente felicità.
Ognuno ha dentro di sé un mondo e, a volte, scoprirlo è una vera, strabiliante sorpresa.
“Ci sono, semplicemente, delle parole che non vanno dette, che è meglio lasciar dimorare nel profondo di noi stessi e permettono ai silenzi, talvolta più eloquenti, di riempire quei vuoti e accompagnare i nostri ricordi verso la porta d’uscita”
Recensione di Patrizia Zara
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