L’intervista a Leonardo Alessandro Tridico in occasione della sua ultima pubblicazione Il Confine Sospeso: Il Südtirol Fra Diplomazia E Conflitto
Torniamo a intervistare Leonardo Alessandro Tridico, autore di Namowal (2021) un romanzo di formazione che ha avuto ottimi riscontri di pubblico ma anche del saggio Aldo Moro E La Giovane Italia e che oggi torna in libreria con Il Confine Sospeso: Il Südtirol Fra Diplomazia E Conflitto un nuovo saggio di storia contemporanea, dedicato a una delle pagine meno note della storia d’Italia e d’Europa.
Perché un libro sull’Alto Adige Südtirol, oggi?
Sono partito da una constatazione: a tutt’oggi in molti si domandano perché vi si parli, perlopiù, la lingua tedesca: in pochi conoscono le travagliate vicende di questa terra nel cuore d’Europa, in bilico fra opposti nazionalismi e io penso che questa storia meriti di essere raccontata e conosciuta, specie oggi che l’Europa vede pericolosamente rimettere in discussione i confini nazionali.
Aldo Moro, l’Alto Adige, due questioni delicate nella storia più recente del nostro paese: come scegli l’argomento dei saggi che scrivi?
Le mie ricerche partono da esperienze, incontri, interrogativi e curiosità personali su temi e storie con profonde radici storico-politiche ma ancora vive, controverse, irrisolte, in cerca di risposte, aperte a tutt’oggi a nuove scoperte, riletture e punti di vista.
Tu sei sia un romanziere che un saggista: è più difficile scrivere un saggio?
Per scrivere Namowal, il mio primo romanzo, ho impiegato anni, mentre sia Aldo Moro E La Giovane Italia sia Il Confine Sospeso: Il Südtirol Fra Diplomazia E Conflitto poggiano sulla mia passione per la storia e la politica nazionale e internazionale e questo ha agevolato le mie ricerche, così scrivere ha richiesto meno tempo.
Pensi che i lettori oggi siano ben disposti per libri che trattano argomenti di storia contemporanea?
Oggi la TV e i canali sociali dominano la scena come quasi monopolisti della produzione, selezione e trasmissione dei contenuti (spesso di bassa qualità) al grande pubblico ma io cerco di andare controcorrente, offrendo cultura, conoscenza, contenuti e storie importanti, profonde, seppur di facile lettura: il lavoro di sintesi lo faccio io, il lettore deve solo godersi la lettura e uscirne arricchito.
Il pubblico che ha apprezzato Namowal è lo stesso che legge la tua produzione saggistica o sono due platee diverse?
Personalmente, prima di comprare un libro mi piace saperne di più sull’autore perché i libri sono appendici dell’autore e io sono sia nel romanzo Namowal che nei saggi: chi li legge troverà la mia impronta e, con sfumature diverse, il mio messaggio ai lettori, il pubblico mi sembra piuttosto omogeneo.
Quali progetti hai per il futuro?
Sto cominciando ad abbozzare un libro prettamente rivolto ai ragazzi perché, dopo storie impegnate e profonde, da adulti, vorrei rivolgermi direttamente al ragazzo e alla ragazza che è in noi.
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