LION:LA STRADA VERSO CASA, di Saroo Brierley
Ho ascoltato questo libro, la storia vera di un uomo di nome Saroo Brierley da cui è stato tratto anche il famoso film del 2016 con Dev Patel e Nicole Kidman.
Quando aveva cinque anni Saroo si è perso. Viveva con la madre e tre fratelli in un poverissimo quartiere di una città indiana. Per rimediare un po’ di cibo suo fratello maggiore Guddu lavorava come ambulante sulle rotaie dei treni e una sera porta Saroo con lui ma gli chiede di aspettarlo sulla banchina. Il bambino si addormenta e poi, risvegliatosi da solo, sale sul treno di fronte a sé convinto che il fratello lo aspetti lì. Il treno però parte e Saroo rimane bloccato dentro fino a Calcutta, a oltre 1000 km di distanza. Qui cerca di sopravvivere e, per una serie di circostanze fortuite, si troverà in un orfanotrofio che destina i bambini alle adozioni internazionali. C’è una nuova famiglia che lo aspetta: i coniugi Brierley, provenienti da Hobart, città australiana nell’isola di Tasmania. Saroo pensa spesso alla sua famiglia Indiana e, col passare degli anni, vorrebbe ritrovarla anche se non ricorda bene il nome della sua città né la regione in cui si trova.
Ho letto questa storia tutta d’un fiato. È davvero scorrevole e piena di spunti. La vita di Saroo dimostra quante cose incredibili possano capitare.
Questo libro accende una forte luce sul tema delle adozioni internazionali. I Brierley sono una di quelle famiglie disposte ad adottare un bambino bisognoso, anche se proveniente da un altro continente. È un tema a volte contraddittorio per molte ragioni: è giusto sradicare un bambino dalla sua cultura? Beh, in questo caso lo è eccome. Se non fosse stato per l’adozione Saroo sarebbe tornato in una terrificante struttura per minori senzatetto o peggio per strada.
Sono convinta che, se c’è una famiglia amorevole pronta a dare una mano, non ci siano critiche che reggono. Tuttavia è una pratica davvero costosa sia in termini di tempo che di denaro. Le lungaggini burocratiche rischiano di togliere ai bambini queste opportunità nel momento in cui potrebbero averne più bisogno. Questo infatti è stato il caso di Mantosh il fratello adottivo di Saroo che, come viene raccontato, ha vissuto orrende esperienze a causa del procrastinarsi della pratica.
È vero che nei decenni ci sono stati casi poco cristallini di adozioni, a volte criminali, ma questa non deve essere una scusa per demonizzare e ostacolare con leggi intricate e requisiti quasi impossibili una pratica che potrebbe aiutare molte persone, sia bambini che genitori.
Recensione di Rossana Bandi
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