LO SCRIGNO DELLA MEMORIA, di Kathryn Hughes (Nord – gennaio 2022)
Dopo la cocente delusione del penultimo libro (L’ultimo regalo) di questa autrice, leggendo qua e là, degli stralci di trama, mi sono convinta a prendere l’ennesima produzione di Kathryn Hughes, LO SCRIGNO DELLA MEMORIA, nonostante mi fossi ripromessa di non seguirla più, perché il contenuto di questo romanzo mi ha (blandamente) conquistata.
La VICENDA si snoda tra i giorni nostri e la prima metà degli anni ’40, quindi durante la seconda guerra mondiale.
I luoghi invece spaziano dal Galles all’Italia, fino alla Manchester odierna.
Le protagoniste sono due: Jenny e Candice, rispettivamente un’ospite (centenaria) di un’elegante casa di riposo, e la sua giovane badante e, allo stesso tempo, dipendente della stessa struttura.
Avendo un conto in sospeso col destino, Jenny chiede a Candice di accompagnarla in un breve viaggio in Italia.
La storia si intercala con la narrazione di Jenny e Candice; della giovinezza della prima, quando, poco più che ventenne, si avviò, per forza maggiore, da casa (a Manchester) in Galles, con il fratellino Louis di soli 5 anni, per sfuggire i bombardamenti tedeschi; mentre le vicende di Candice riguardano la sua indecisa posizione, nella propria vita, nella Manchester dei nostri giorni.
I capitoli tra Galles, Italia e Inghilterra rendono più avvincente il decorso del romanzo, il quale, in effetti, tiene un po’ col fiato sospeso a causa dello svilupparsi di certe situazioni, come le persecuzioni ebraiche e i soprusi che gente innocente subì per mano dei nazisti e dei fascisti, ma anche l’ingiustificata cattura – e conseguente prigionìa – degli Italiani residenti, anche da decenni, in Gran Bretagna, allo scoppio della seconda guerra mondiale, perché divenuti, improvvisamente, nemici della corona.
Lungo tutta la narrazione, Jenny ripercorrerà tutta la sua lunga e dolorosa vita fino all’epilogo, che riannoderà tutti i fili.
CONSIDERAZIONI PERSONALI
La lettura de LO SCRIGNO DELLA MEMORIA, pur essendo un romanzo di evasione, non mi è dispiaciuto perché meno banale e scontato della precedente fatica della Hughes (L’ultimo regalo), poiché mi ha dato diversi spunti di riflessione sulla situazione odierna della guerra in corso tra Russia e Ucraina, nella speranza che, proprio perché ancora molto vicini nel tempo quegli avvenimenti storici non si ripetano, facendo precipitare tutti nell’orrore già vissuto appena 7 decenni or sono!
Per quanto riguarda la scrittura della Hughes, è sempre scorrevole e gradevole da leggere, oltre che da seguire nei suoi sviluppi.
L’aspetto che però, in questa scrittrice, non ho mai apprezzato, ed è onnipresente in ogni suo romanzo, è la caratterizzazione dei personaggi: in quello di Beau, per es., il ragazzo di Candice, l’autrice, sin dall’inizio, l’ha presentato come un tipo ambiguo, nettamente rappresentante della negatività: Beau è chiaramente il cattivone della situazione, la quale, se fosse stata delineata in modo meno preciso, avrebbe lasciato un po’ di suspance in più e avrebbe reso la vicenda narrata un po’ più credibile agli occhi dei lettori.
Nel complesso però, pur restando un romanzo leggero e perfetto da aprire sotto l’ombrellone, si fa leggere bene e gradire abbastanza.
Recensione di Lena Merlina
LO SCRIGNO DELLA MEMORIA Kathryn Hughes
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