L’ORCHESTRA RUBATA DI HITLER, di Silvia Montemurro (Salani – maggio 2021)
Bello e coinvolgente.
“Questa storia inizia con un’oca, un violino e due bambine. Una di loro sono io. Hitler aveva pensato a tutto. Ci aveva portato via anche la musica”.
Due donne che non si incontreranno mai ma è come se si conoscessero da sempre: Elsa e Adele; un violino pregiato: Guarneri del Gesù; come sfondo : la seconda guerra mondiale e i terribili campi di concentramento, il desiderio di riscatto e giustizia in un mondo che lo nega; la musica che divide e unisce; un concerto, ai giorni nostri, che fa rivivere ricordi mai dimenticati in una spettatrice che si alza dicendo “quel violino è il mio”. Presenza ingombrante: Hitler e la sua voglia del bello a qualunque costo, non solo per opere d’arte ma anche per pregiati strumenti musicali e spartiti.
A questo scopo venne creato un gruppo segreto appartenente alle SS , la“ Sonderstab Musik”. L’ordine è perentorio: requisire tutto in spregio a tutto e tutti e con ogni mezzo. Questo gruppo di razziatori faceva capo alla “Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg”, un’organizzazione che mirava all’eliminazione della vita culturale ebraica nel resto d’Europa. Il “Sonderstab Musik”, era composto da illustri musicologi tedeschi il cui compito era quello di individuare manoscritti, libri e strumenti musicali. Il suo obiettivo iniziale erano i possedimenti di musicisti e compositori ebrei che erano fuggiti dal regime nazista, ma alla fine si era ridotto a una confisca generale e alla rimozione dei possedimenti ebraici, compresi quelli legati alla produzione musicale.
Elsa è la moglie dell’ufficiale delle SS che ha ricevuto questo incarico, Adele una valentissima violinista ,ebrea, che ha un grande successo a Berlino ma per le leggi razziali perde tutto. Una sera Elsa segue di nascosto il marito, lo vede entrare in un appartamento, parlare con un superiore, infine trafugare la custodia di un violino: un Guarneri del Gesù, uno dei pochi esistenti, dal valore inestimabile. Ma vede anche un’altra cosa: la foto della ragazza che possedeva quello strumento, nei cui occhi riconosce una sofferenza comune.
Decide così di cercarla, a qualunque costo, anche se questo significherà mettersi in grave pericolo e gridare la sua voglia di libertà quella libertà negata in quel terribile momento storico. Realtà e fantasia si mescolano benissimo nel romanzo dando alla storia narrata corpo e vigore anche riportando le terribili condizioni di vita nei lager. Un romanzo che ti prende fin dalle prime pagine la cui la scrittura, scorrevolissima e coinvolgente, ti fa rivivere le situazioni come se si fosse lì.
Recensione di Lidia Campanile
L’ORCHESTRA RUBATA DI HITLER Silvia Montemurro
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