LUCE D’ESTATE ed è subito notte, di Jón Kalman Stefánsson
Mi sono innamorata di questo romanzo. Ne riporterei ad oltranza le frasi che più mi hanno colpita, ma sarebbe difficile e comunque riduttivo nei confronti dell’autore. Questo libro è una poesia continua nella quale la luce dell’estate fa esplodere la vita e la lunga notte accende le stelle ad illuminare il buio dell’esistenza. La copertina rende merito al contenuto e ai personaggi con nomi impronunciabili, quasi grotteschi ma così umani e delicati e fragili. A volte mi sono chiesta dove fossero finiti gli elfi che sempre mi avevano accompagnata nel mio immaginario pensando all’Islanda.
Un piccolo paesino, un microcosmo dove tutto accade, dove la vita non si trascina ma è continuamente in movimento, stretta tra i desideri degli uomini e delle donne e il destino e i fiordi e i sogni e l’immaginazione e la morte. “A volte nei posti piccoli la vita diventa più grande”. Ogni pagina di questo libro è una scoperta e insieme anche un mondo a sé, ha un suo valore. Tante piccole storie, forse fiabe, per un’unica storia e un grande senso di comunità.
Quanti personaggi e quante vite: il direttore del Maglificio che comincia col sognare in latino, abbandona tutto e si rifugia nell’astronomia; la postina Augusta curiosa e avida dei sentimenti altrui che legge ogni lettera e diffonde notizie; le dieci mani arrabbiate, rimaste senza lavoro e piene di rancore e invidia, avide di vita e di vendetta; il giovane Jonas, ragazzo disadattato che dipinge magnifici uccelli; la latteria, il macello e i suoi fantasmi; l’amore profondo che lega Jakob ed Eyglò; l’avvocato che capisce che non può contare i pesci del mare perché la vita e le lacrime scorrono; l’ispettore integerrimo e raffinato che scopre sè stesso e si perde nel vino e nei cibi di Tekla; il rosso del rossetto, delle scarpe, del vestito, delle calze, delle mutande…; il tradimento tra Asdis e Kajartan e l’abbandono interiore e la vendetta terribile; il timore dell’ignoto; l’amore irrealizzato tra Benedikt e la donna dalla valigia marrone.
Insomma un insieme di storie, di amore, di amicizia, di pulsioni, anche erotiche; tante righe in cui ho pianto e sorriso e assieme, messa di fronte alla domanda “Perché viviamo?”.
Tutto è raccontato con grande ricchezza di linguaggio, un linguaggio affettuoso, ricco di dettagli che scolpiscono nella memoria immagini nitide di questa vita vissuta. Ogni pagina, un quadro e suoni e emozioni. Non c’è monotonia, anche se sono 400 anime e hanno poco a disposizione (il Magazzino, il Deposito, il Macello, la Latteria, un ristorante) nemmeno il cimitero.
Che dire? Stéfansson sa creare grande empatia con il lettore, riesce a trasportarti proprio fisicamente nel racconto, nei posti e ti senti come un osservatore ‘trasparente’ dei suoi personaggi e delle sue storie, così tanto reali, puliti, a volte pessimisti. In tutto questo l’elemento che più mi ha stupito e mi è rimasto scolpito nell’animo è IL SILENZIO e il mistero della vita, che pare si realizzi solo in estate così come la vita degli agnelli “che vivono una sola estate”.
Tutte le vite possono essere meravigliose “Parliamo, scriviamo, raccontiamo di piccole e grandi cose per cercare di capire, di arrivare a qualcosa, di afferrare l’essenza che però si allontana sempre più come l’arcobaleno … Solo la sera pensiamo alla morte, quando il cielo sanguina” perchè “Due sono le cose che faccio – respirare e pensare a te”.
Recensione di Nunzia Cappucci
Recensione 2
“A volte nei posti piccoli la vita diventa più grande”
Non ci siamo abituati.
Per noi la vita scorre tutta in un attimo, il ritmo deve essere frenetico, perché se rallentiamo tutto perde di colore, tutto annoia, tutto stanca.
In questo minuscolo paesino islandese, invece, non succede mai nulla.
Chi ci racconta la storia ci avvisa dalle prime pagine, che in questo paese non è mai vissuto un personaggio famoso, e soprattutto, non è mai successo nulla degno di nota.
Eppure… Io non sono riuscita a staccarmi un istante dalle pagine di questo libro.
Il direttore del Maglificio fa un sogno in latino. Non sa nemmeno lui che nel suo sogno gli viene parlato in latino, glielo dice il medico del paese, che, ovviamente, conosce la nomenclatura delle piante in latino.
Lui non si accontenta. Quello è l’invisibile punto di svolta della sua vita.
Parte per la capitale e due mesi dopo torna con il segreto della vera felicità nel cuore. Non solo, impiegherà il resto dei suoi giorni a mettere in pratica ciò che ha imparato.
Anzi! Considerato che ogni giovedì ci sono le sue lezioni nella sala comunale, quasi quasi viene voglia anche a me di andare ad ascoltare l’Astronomo.
Per ognuno dei personaggi di questo libro ci viene narrato il fatidico momento in cui il destino pare fermarsi ed attendere la Scelta, quella con la “S” maiuscola, quella della Vita.
È un attimo, come l’estate per loro, che dura quel tanto che basta per far respirare l’essere umano. E torna la notte: lunga e fredda. Non puoi affrontarla impreparato, non arriveresti all’estate successiva.
Forse all’apparenza non accade nulla alle poche anime di questo paese, ma nel loro cuore accade Tutto.
E io questo Tutto lo vorrei raccontare, ma allo stesso tempo non me la sento per rispetto verso di loro:ne conosciamo il segreto, custodiamolo nel nostro cuore, loro sapranno come essercene grati.
Ho un’ultima considerazione: quando ho finito di leggerlo ho avuto nelle orecchie il rumore sordo di Benedikt che se la prende con la pietra…
Un libro da amare, perché ci insegna in maniera semplice l’Amore…
Recensione di Rita Annecchino
LUCE D’ESTATE ed è subito notte Jón Kalman Stefánsson
Ho letto questo libro un paio di anni fa. L’Islanda è da molti anni un luogo che mi affascina e spesso leggo anche diari di viaggio su questa meta. Ricordo che è stata una lettura molto faticosa, procedura a rilento ma infine conclusa. Il fatto è che non ho trovato niente di ‘specifico’ nei racconti. Questo paesino sarebbe potuto essere in una qualsiasi parte del Nord Europa. A me piace leggere di situazioni che mi portano a scoprire altri mondi, altre abitudini, altri pensieri. Non so bene cosa mi aspettassi da ‘Luce d’ estate ed è subito notte’. Forse un po’ più di consuetudini locali? L’Islanda ne è piena! Basti come esempio che non hanno cognomi, ma patronimici dunque scovare un numero di telefono è una vera impresa! E che dire di una lingua che è quasi la copia perfetta di quella usata per scrivere le saghe degli Dèi norreno? Insomma, mi aspettavo più magia da queste storie. Francamente leggere dell’addetta alle poste che curiosa tra le lettere o di Kjell che si trova un’amante mi ha piuttosto delusa.