LUMEN, di Ben Pastor
Cracovia, primavera del 1939. I nazisti hanno occupato la Polonia e stanno mettendo su un piano di segregazione degli ebrei locali. Tra gli ufficiali della Wehrmacht il giovane capitano Martin Bora si trova a indagare su due casi: il suicidio sospetto di un ufficiale e l’uccisione della Madre Superiore di un convento, una suora in odore di santità (stimmate comprese), dedita alla meditazione e le cui profezie sembrano avere un grosso valore politico. Per quanto riguarda il secondo caso il nostro si troverà affiancato da Padre Malecki, un gesuita americano già presente da tempo e incaricato di far luce sulle visioni e sull’effettiva santità della Madre Superiore. Il tutto accade mentre Bora assiste impotente alle sempre più prepotenti scorribande delle SS e viene rimproverato dai suoi superiori per non avere ancora figliato. Questo romanzo, primo per pubblicazione, ci presenta un nuovo protagonista, Martin Bora, un uomo che inseriremmo senza troppi dubbi tra i “cattivi” (ufficiale della Wehrmacht), anche se con un minimo di etica morale e che, tra le indagini e la testimonianza visiva delle tragedie perpetrate dalle SS, formerà una propria coscienza e maturerà delle decisioni anche rischiose.
Si tratta di un giallo storico molto suggestivo per l’idea, l’ambientazione e il contesto storico, forse un po’ lento nel suo svolgimento e con colpi di scena piuttosto centellinati, ma con diversi spunti di riflessione interessanti e con una caratterizzazione dei personaggi che rende la lettura piacevole e lascia addosso la curiosità di leggere altre avventure di Martin Bora, una figura così controversa quanto non banale, combattuta tra i doveri verso la patria, la sua divisa, e i suoi principi etici, un soggetto in via di definizione che conto di approfondire nelle prossime letture.
Recensione di Enrico Spinelli
Cracovia, Ottobre 1939: la Polonia è stata da poco invasa dai tedeschi. Il capitano della Wehrmacht Martin Bora si trova coinvolto nell’omicidio di una suora in odore di santità e contemporaneamente nello strano suicidio di un suo commilitone.
Quando leggo scrittori che non conosco nemmeno di fama, mi piace prima concludere la lettura e solo dopo cercare informazioni sull’autore. Questo perché così facendo sono certa che la lettura non risenta di antipatie/simpatie superficiali legate alle vicende personali dell’autore e soprattutto perché spesso ho avuto delle vere sorprese.
Come in questo caso: non avrei mai immaginato che Ben Pastor, autore di questo giallo storico, fosse una settantenne scrittrice italiana naturalizzata statunitense.
Avrei piuttosto pensato a qualcuno che quel periodo lo avesse vissuto davvero, che avesse conosciuto la violenza degli invasori, lo squallore del fanatismo nazista, i dubbi e i turbamenti di chi ha rinunciato al libero arbitrio per indossare una divisa.
Veramente brava, Ben Pastor: il suo capitano Bora, ispirato all’attentatore di Hitler, è davvero interessante e credibile. Lumen è il primo di una serie a lui dedicata, continuerò a leggerla.
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