L’UOMO DEL LABIRINTO, di Donato Carrisi
È difficile fare una recensione senza “spoiler”, ma ci proverò ugualmente.
La vicenda parte dal ritrovamento di una ragazza, quindici anni dopo il suo rapimento. Si apre così una serrata caccia al mostro…. La vicenda si svolge su un binario parallelo, da un lato la classica indagine investigativa, di cui è protagonista un crepuscolare investigatore privato; dall’altro l’indagine del profiler condotta attraverso i meandri della memoria della vittima…
Ma come in tutti i romanzi di Carrisi le cose spesso non sono quello che sembrano, ed il finale riserva sempre una sorpresa.
Per me, che pure sono un’amante del genere letterario, che ho adorato il Suggeritore ed il Tribunale delle anime, questo libro resta un po’ deludente.
Il detective protagonista del romanzo assomma in sé un certo numero di cliché del genere. Anche la condizione in cui avviene la – per lui ultima indagine – ha qualcosa del deja-vu.
Anche il colpo di scena finale, tanto “coupe” non è perché ricalca uno schema (questa volta originalmente Carrisiano), che si può chiaramente intravedere già a metà libro e che non viene valorizzato dal finale con il sapore di un “To be continued …” da serie americana.
I lati positivi che vanno comunque sottolineati sono la grande scorrevolezza ed il ritmo serrato della prosa di Carrisi che, a mio avviso, si conferma ad un livello internazionale nel genere thriller.
Una chicca nascosta nel testo è un rimando (forse un omaggio ad Harris?) al primo Hannibal the Cannibal de “Il Silenzio degli innocenti”…..vediamo chi come me lo trova!
Recensione di Clelia Palmieri
Titolo presente nella Rassegna mensile dei libri più letti e commentati di gennaio 2018
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