L’uomo e i suoi gesti, di Desmond Morris
Allievo di Tinbergen (Nobel per medicina e fisiologia con i colleghi Lorenz e von Frisch nel 1973) Desmond Morris ha studiato gli esseri umani come animali; il suo libro di maggior successo, La scimmia nuda, è il sunto ed il punto di partenza della sua scienza, che spazia dall’etologia alla sociobiologia umana. Grande comunicatore, ha diretto negli anni sessanta una delle prime serie televisive di divulgazione scientifica, Zoo Time, per la televisione britannica.
Proprio questa capacità comunicativa rende piacevole la lettura dei suoi scritti, fra cui questo L’uomo e i suoi gesti è un esempio interessante: “questo è un libro sulle azioni, sul modo in cui le azioni diventano gesti e i gesti trasmettono messaggi (…) spesso l’animale umano si concentra talmente sulle sue parole da dimenticare che anche i suoi movimenti, le sue espressioni e le posture parlano un proprio linguaggio”.
Potrebbe sembrare un argomento ostico, ed effettivamente non è una lettura semplicissima, ma la chiarezza espositiva dell’Autore e la grande quantità di immagini a supporto del testo (470 fotografie e 250 altre illustrazioni) la rendono avvincente.
Bisogna tener conto che si tratta di un lavoro pubblicato nel 1977, frutto di dieci anni di studio e di osservazione dei comportamenti umani in innumerevoli contesti, paesi ed etnie; nel frattempo lo studio dell’etologia e della sociologia si è notevolmente evoluto, ciò non toglie che gli scritti di Desmond Morris siano una pietra miliare per l’analisi dei comportamenti umani e della comunicazione non verbale, che hanno assunto sempre maggior rilevanza nella nostra società, tanto da essere argomento di studio per il marketing e la formazione del personale commerciale. Certo non era questo l’intento di Morris, che già allora annotava nell’introduzione
“…questo libro non vuole essere un aiuto a dominare i propri simili, leggendone i pensieri segreti. (…) Come in ogni campo scientifico, esiste naturalmente il pericolo che le nuove conoscenze possano portare a nuove forme di sfruttamento di chi ‘non sa’ da parte di chi ‘sa’…”.
Recensione di Simona Vagaggini
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