M. L’UOMO DELLA PROVVIDENZA, di Antonio Scurati
Recensione 1
L’uomo della provvidenza di A. Scurati
Si tratta di un importante romanzo storico, il secondo dell’autore, sulla vita e l’ascesa al potere di Benito Mussolini, questo volume ne accompagna le vicende dal 1925 fino al 1932, anno dopo anno l’autore racconta i fatti salienti ed alla fine di ciascun capitolo ci sono stralci di documenti, lettere, articoli di giornale, che hanno lo scopo di dare sostanza i contenuti, dargli oggettività storica anche se i fatti sono rielaborati sotto forma di romanzo.
Nel 1925, Mussolini era giovane presidente del Consiglio d’Italia, e si era assunto responsabilità enormi, primo fra tutte l’uccisione dell’onorevole Matteotti suo duro oppositore, aveva varato le leggi fasciatissime, aveva soppresso i partiti politici, riorganizzato il partito fascista in senso autoritario accentrando su di sé ogni potere, per finire, nel 1922 aveva favorito la pacificazione con la chiesa attraverso i patti lateranensi che gli procurò la definizione di “uomo della provvidenza” da parte del papà Pio XI. Ma Mussolini non è stato in quegli anni solo questo, ha soppresso con la forza, con la minaccia, con la violenza ogni opposizione politica, ha represso la libertà di parola e di stampa, ha annientato e svuotato di ogni valore e capacità decisionale il Parlamento, ha condotto una sanguinosa guerra d’Africa per fare dell’Italia un Paese imperialista, e in quella guerra, sono state usate armi chimiche terribilmente invasive, ha istituito uno stato di polizia, con la retorica della razza, dell’italianità ha distrutto ogni strumento di opposizione, ha disintegrato la Stato democratico con paziente e metodica precisione.
Eppure, nel romanzo, Mussolini è un uomo solo, circondato da gerarchi, da camerati che si sbranano a vicenda perché assetati di potere o per compiacere il capo. Poco per volta ad opera di una propaganda martellante, Mussolini diventa un’icona priva di sostanza, sempre più isolato dal Paese che controlla assiduamente attraverso un perfetto stato di polizia in cui tutti sono spiati, controllati e manovrati attraverso messaggi, slogan, stampa di regime che deve creare il consenso per plasmare un popolo docile, che si riconosca nel suo Duce. La disinformazione e la paura facevano il resto e creavano consenso eppure sono stati diversi gli attentati a cui Mussolini è scampato per fortuna, casualità, dilettantismo degli attentatori.
Il titolo “L’uomo della provvidenza” conserva ancora oggi un senso perché purtroppo sopravvive l’idea che qualcuno, il cosiddetto “uomo della provvidenza”, “ l’uomo solo al comando” possa da solo, per incanto, risolvere ogni problema o trovare individualmente soluzioni per il bene di tutti.
Recensione di Patrizia Franchina
Recensione 2
All’alba del 1925, Mussolini, giovane Presidente del Consiglio, si è addossato la colpa dell’omicidio Matteotti e inizia la sua ascesa al potere. La storia del suo narcisismo, dei rapporti con i vari ras fascisti coinvolti in malaffari, tradimenti, corruzioni e l’esigenza di sopprimere l’opposizione interna e la fronda di chi può concorrere al potere.
Questo è anche il drammatico romanzo della fine delle libertà e di ogni convivenza sociale poiché il re, i vecchi liberali e la borghesia medio- alta dal 1927 dimostrarono al governo fascista consensi e accettazione tanto da invitare Mussolini e i vari gerarchi agli eventi e gli italiani medi si disinteressavano alla piega presa dalla politica e applaudivano a chi chiudeva il Parlamento e annullava i poteri democratici. “
Un fascismo legalizzato e integrato nelle strutture dello stato “( pag.239). Anche nel partito fascista si entra e si rimane a determinate condizioni poiché il mondo prefascista violento e rozzo va considerato finito, superato; vietato dissentire e su tutto si richiude il regime. L’opposizione socialista e liberale in Francia, dopo la morte di Amendola e Gobetti per le le percosse ricevute in Italia, fu assorbita in discussioni ideologiche e organizzative ma bloccati nelle azioni pratiche.
Nelle relazioni del prefetto Bocchini si legge: “ A esser franchi non sono rimasti che i comunisti a dar battaglia… nonostante che sui comunisti la repressione si sia abbattuta con maggior durezza… nonostante che i loro leader siano in carcere o al confino… sono loro gli unici a tenere il campo e la rotta “( pag 265). Emergono figure che nella storiografia ufficiale difficilmente vengono nominate tipo Augusto Turati, l’unico che per intelligenza poteva competere con Mussolini e raccontano con precisione le lotte sanguinose e l’uso dell’yprite, gas messo al bando dal protocoll di Ginevra del 1925, firmato anche dallo Stato italiano per la conquista della Libia ,del colonnello Rodolfo Graziani e dell’opportunismo di Badoglio .
Non sapevo dei campi di concentramento in Cirenaica, delle torture e dello sterminio di intere popolazioni . Forse dobbiamo qualcosa a quei popoli. L’accordo con la Chiesa del 29 , con i Patti Lateranenzi, portarono il Papa Pio XI a definire Mussolini “ L’uomo della Provvidenza . Dopo il 1930 il silenzio di cui si circondo’ Mussolini nel consolidare il potere, gli fecero perdere il senso della realtà del paese con le conseguenze che verranno. Amo la storia, il libro mi è piaciuto, aspetto il seguito.
M. L’UOMO DELLA PROVVIDENZA Antonio Scurati
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