MA COS’È LA MEMORIA? – OVUNQUE SARAI. Una storia vera, di Olga Watkins (Piemme)
“Tutti noi siamo soli nella nostra sofferenza. Nessuno può comprendere del tutto il dolore di un’altra persona”.
Il 27 gennaio si celebra “La giornata della memoria”.
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale, celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005 durante la 42ª riunione plenaria.
Ma cos’è la memoria?
La memoria permette di riprodurre nella mente l’esperienza passata ripescando immagini, sensazioni o nozioni, di riconoscerla come tale e localizzarla nello spazio e nel tempo. In poche parole rievocando la memoria si prende coscienza del vissuto.
Sicché, la coscienza altro non è che consapevolezza di esperienze diverse, cognizione di avere un’identità personale in un contesto sociale.
La memoria, quindi, ci permette di rievocare il passato, di riviverlo, di sentirlo.
Sentire il passato significa che ciascuno di noi può riconoscere le esperienze dell’altro come proprie e inserirle nella coscienza non solo soggettiva ma anche in una coscienza universale che altro non è che la missione della ricorrenza di ogni 27 gennaio.
Questo, in sostanza, è per me il significato e lo scopo de “il giorno della memoria”: entrare in empatia emotiva, mettersi in contatto con chi le esperienze li ha vissuto sulla pelle, patirle, nel ricordarle, insieme.
Valore indiscutibile acquisiscono tutte le testimonianze che devono essere la nostra memoria e tale memoria deve essere tramandata di generazione in generazione al fine di non dimenticare.
Non è un compito di facile fattibilità: è “facile aderire al Giorno, ma difficile entrare nella Memoria”. Ci vuole tanta, tanta umanità: sentito amore per il prossimo, un’anima altruista e generosa altrimenti tutto diventa slogan…
“Ovunque sarai” è un romanzo autobiografico, narrato in prima persona e con una scrittura semplice. Un narrato dal forte impatto emotivo perché trattasi di una storia vera. La protagonista è una donna come noi che si trova ad affrontare qualcosa più grande di lei, a essere, suo malgrado, testimone di qualcosa di orrendamente inspiegabile.
Le scene vengono narrate con fluidità tanto da riuscire a catturare il lettore e farlo sentire parte integrante della storia.
Inizialmente sembra una storia d’amore fiabesca, un love story contrastata, ma in seguito lo sfondo in cui si svolge diventa sempre più nero e lo scenario è inserito in uno dei periodi più bui che l’umanità ricordi.
Non ci sono incantesimi, magie, stregonerie né mostri alieni ma la mano dell’uomo che con crudeltà raggiunge ferocia e spietatezza inesprimibili e inspiegabili contro i suoi simili.
Una fiaba nera che viaggia tra la fine del 1943 e il giugno 1945.
Olga Watkins non è stata una scrittrice, non ho trovato altri scritti all’infuori di questo romanzo.
Olga Watkins è diventata scrittrice perché la sorte, il destino o il fato ha voluto che lei vivesse una, tanto incosciente quanto coraggiosa, storia d’amore nell’Europa nazista, in un periodo di indicibile orrore e crudeltà.
È stata convinta da un amico di famiglia a scrivere le memorie della sua odissea e
con l’aiuto del giornalista James Gillespie il libro è stato pubblicato nel 2012.
Gli appunti sono diventati una testimonianza depositata e conservata all’Imperial war Museum di Londra.
Consiglio vivamente la lettura
Recensione di Patrizia Zara
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