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MACELLAIO, di Joyce Carol Oates (La nave di Teseo – novembre 2024)
1836: Silas Aloysius Weir, medico mediocre in una famiglia di stimati professionisti, dopo le conseguenze terribili di un suo esperimento ripara presso un istituto del New Jersey che si occupa di donne malate di mente.
Weir fa carriera diventanto direttore dell’istituto, prendendo il posto del suo predecessore deceduto in circostanze strane.
Weir è guidato spiritualmente dalla Provvidenza divina, ha orrore dei corpi femminili che ritiene impudici e vergognosi. Ma : queste donne povere , abbandonate dalle proprie famiglie, dimenticate da Dio e dagli uomini, sono le cavie perfette per i suoi esperimenti, per gli esperimenti chirurgici che permetteranno il progresso della medicina, e soprattutto della Gino-psichiatria.
Weir dispone di tutti quei corpi di donna come fossero tessere di un mosaico da montare e smontare, producendo cadaveri al posto di scarti, dolore al posto di colore, morte silenziosa e puzzolente.
Lo aiutano come assistenti una levatrice e una serva a contratto; quest’ultima -Brigit- albina irlandese sordomuta riceve da Weir tutte le attenzioni possibili per poter essere “guarita”, diventando la sua principale ossessione.
Nel regno degli orrori il dottor Weir diventa famoso e il suo lavoro viene osannato in tutti gli Stati Uniti mentre i movimenti contro la schiavitù infiammano le strade e i nobili pensieri dei perbenisti.
La parabola ascendente di Weir, la sua rovinosa caduta, le voci delle donne che urlano vendetta dalle anonime tombe si alternano nella narrazione del figlio maggiore di Weir che attraversa un mondo ignorante, una medicina intrisa di pregiudizio e superstizione religiosa.
La follia e la tenacia arrogante dell’uomo che dal pulpito giudica, processa e condanna, calpesta corpi di donna come fossero selciato su cui camminare per raggiungere il proprio successo.
Impietoso, tragico. Ritratto di un uomo e della sua epoca, ritratto di donne non donne e della loro speranza di sopravvivere nonostante tutto
Recensione di Roberta Bettoni
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