MADAME BOVARY, di Gustave Flaubert
Recensione 1
Di questo celeberrimo romanzo si è scritto certamente moltissimo, mi sento tuttavia di esprimere brevemente le mie fugaci impressioni su questa importante lettura appena terminata. Madame Bovary è un’opera impegnativa, densa, descrittiva fino alla nausea a tratti, in particolare nella prima parte di presentazione dei due personaggi protagonisti della vicenda.
Grazie alla raffinata penna di Flaubert il lettore viene guidato attraverso la campagna francese, coi suoi borghi medievali e le basse casupole di pietra. Vi sarà difficile poi parteggiare per l’apatico e bonario Charles Bovary, abulico ed arrendevole al cospetto della tanto amata mogliettina.
D’altra parte avrete ben più di qualche patema persino nella digestione del personaggio di Emma, una donna vorace che ama con una concupiscenza ferina e anela ad un prestigio sociale che il povero e mediocre Charles non le può garantire. Ma il cinico nichilismo di Flaubert non risparmia nemmeno i personaggi di contorno, in un quadro di profonda sfiducia che lo scrittore francese nutre per il genere umano.
Si fatica, e non poco, nel corso di questa fondamentale lettura, di quando in quando c’è il rischio di restare invischiati nelle descrizioni dettagliatissime che Flaubert sciorina. E’ però innegabile la modernità di cui Madame Bovary è ancora in grado di farsi portavoce, ambientato in un’epoca di grande ascesa della classe medio-borghese, quella borghesia che Flaubert osteggia alacremente, e contro la quale rivolge la propria critica al vetriolo.
Un romanzo con cui mi è risultato difficile entrare in sintonia, ciononostante non bisogna nascondere che l’eredità di Madame Bovary continui a pesare tuttora sulla letteratura contemporanea: ne è limpido esempio uno dei romanzi più amati degli ultimi anni, ovvero Follia di Patrick McGrath.
Voi cosa ne pensate?
Recensione di Tommaso Aprigliano
Recensione 2
Di fronte a questo ROMANZO non ci si può chiedere se Emma Bovary fosse simpatica o odiosa, si deve leggere comunque.
Tralascio la trama ben nota a tutti per qualche riflessione sull’autore e sul personaggio.
Una premessa: di un fatto letterario e/o artistico, non si dovrebbe prendere in considerazione solo il contenuto, ma anche
la forma.
Perché l’arte è nella forma.
La sedia di Van Gogh e la Madonna di Raffaello
al di là del diverso contenuto , hanno questo in comune: il COME sono state rappresentate.
Flaubert, che ne era consapevole, ricercava in modo quasi maniacale la perfezione stilistica.
Il risultato fu un periodare ricco, elegante, musicale e sottilmente ironico.
Mai banale.
Avrebbe potuto dire della bella Emma “questa
donna e’ una superficiale, invece dice la stessa cosa tramite la descrizione dei gusti di lei:
“… I suoi rapporti con la fede erano di tipo estetico… le piacevano I balli eleganti… I libri di lacrime e baci… sognava di evadere dalla
realtà…”
Del resto l’ autore, tra i massimi esponenti del realismo francese, coerentemente scelse di
registrare i fatti senza dare giudizi (anche se
tra le righe…)
Di sicuro Emma coglieva del romanticismo
solo la superficie, lo stereotipo, fu questo carattere a portarla a scelte ambiziose ed avventate.
Una donna a rischio…
Una personalità fragile, che anche oggi sotto altre forme, esiste.
Ma un grande romanzo e, nel bene e nel male,
un grande personaggio.
Recensione di Ornella Panaro
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