MAGNIFICO E TREMENDO STAVA L’AMORE Maria Grazia Calandrone

MAGNIFICO E TREMENDO STAVA L’AMORE, di Maria Grazia Calandrone (Einaudi – giugno 2024)

Recensione 1

“Magnifico e tremendo stava l’amore” di Maria Grazia Calandrone è un romanzo toccante che affronta con grande sensibilità il drammatico caso di Luciana Cristallo, una donna vittima di violenza domestica. Ambientata in un periodo di forte tumulto sociale e politico in Italia, la storia racconta la vita di Luciana, maltrattata dal marito Domenico Bruno. La sua vicenda culmina in un omicidio, che ha suscitato un ampio dibattito sulla violenza di genere, riflettendo le sofferenze delle donne intrappolate in relazioni abusive.

Calandrone non si limita a narrare i fatti, ma esplora anche il contesto storico degli anni ’90, arricchendo la sua opera con riferimenti a eventi significativi dell’epoca. La sua scrittura poetica e incisiva riesce a esprimere il dolore e la solitudine delle vittime, creando un’esperienza di lettura profonda che invita a riflettere su temi cruciali come giustizia e vulnerabilità.

Le motivazioni personali dell’autrice sono fondamentali per comprendere il libro. Maria Grazia Calandrone scrive non solo per raccontare la storia di Luciana, ma anche per dare voce alla sua madre biologica, Lucia Galante, anch’ella vittima di violenza domestica. La principale analogia tra Luciana e Lucia è proprio il tema della violenza che entrambe hanno subito. Lucia Galante ha vissuto una vita segnata da abusi e pressioni sociali, culminando in un tragico suicidio dopo aver abbandonato la figlia a Villa Borghese.

Entrambe le storie incarnano le esperienze dolorose di donne vittime di violenza domestica, e Calandrone utilizza queste narrazioni per sensibilizzare il lettore su un argomento di vitale importanza. “Magnifico e tremendo stava l’amore” si rivela così un’opera fondamentale, non solo per illuminare le difficoltà delle donne che vivono situazioni di abuso, ma anche per stimolare una riflessione profonda sulla condizione femminile nella nostra società. Consiglio vivamente questo romanzo a chi desidera intraprendere una lettura che unisce forza narrativa e un importante messaggio sociale.

Recensione di Ornella Troise
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Recensione 2
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È tutto moltiplicato in questo romanzo, in questa cronaca, in questa poesia, nel racconto di queste vite.

È tutto magnifico e terrificante.

C’è l’amore immenso, e c’è il suo contrario, che non è l’odio, ma il rifiuto cieco, stordito, malato, di vedere nell’altro il riflesso di quello che si prova. “L’amore è specchiarsi nell’amore”: guardi l’altro e l’amore non ti ritorna; sei con l’altro ma manca “quel nastrino di seta incrollabile tra persona e persona che si tesse a parole. Le parole. Cioè la dolce, a volte incauta, filatura verso l’altro, normalmente emanata da persone che estrudono fibricine lucide, arcobaleni di seta scintillante, mentre provano amore. Le parole. Le parole non dette sono armi, pure mosse da mani innamorate”.

Luciana Cristallo, giovane liceale, vuole con tutta sé stessa Domenico Bruno, lo sposa contro il volere della sua agiata famiglia, vive un’immersione d’amore, che nasce nel mare della Calabria e affogherà altrove. La cronaca è nota, è reale, ma lo studio introspettivo di sentimenti, legami affettivi, scollamento dalla realtà, è ricercato, studiato, approfondito in un modo che risucchia. La Calandrone ci afferra e trascina dentro l’amore, che sopravvive anche dove non dovrebbe, dove non può spiegarsi, e dentro il contrario dell’amore. Lo specchio rotto, la mancanza di parole, il delirio assoluto, la violenza e basta, che si abbatte su Luciana e sui suoi figli. Domenico la picchia, la soffoca, impone ai figli traumi segnanti, eppure non la spezza. Luciana troverà il suo modo di vivere libera. Come lo trovò la madre dell’autrice.

I versi che inframmezzano il racconto sono bellissimi. Le citazioni spaziano. La cronaca è minuziosa. I passi processuali interessantissimi. L’omaggio ai giudici che con sentenze storiche hanno spianato la strada all’introduzione del reato di stalking e del Codice Rosso, dovuto.

Grazie. È un libro necessario. Oh se lo è!

Buona lettura

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