MALACARNE Giosuè Calaciura

MALACARNE, di Giosuè Calaciura (Sellerio)

Se si dovesse indicare il più bel romanzo sulla mafia probabilmente in tanti-me compreso- non avrebbero dubbi e direbbero “Il giorno della civetta” di Sciascia, perfetto e terribilmente concreto sin dal primo emblematico capitolo, eppure questo “Malacarne”, uscito la prima volta nel 1998, lo segue con grande dignità.

Più che un romanzo è un lungo monologo diviso in capitoli in cui un “sicario” si racconta al giudice e svela pagina dopo pagina tutta la storia della criminalità, dai furtarelli per le strade al contrabbando, dalla droga alle guerre intestine, dalle ammazzatine alle infiltrazioni nei palazzi che contano.

Quel sicario è per certi versi la mafia stessa che sale su un palcoscenico privo di orpelli e confessa di fronte al lettore/giudice tutte le sue verità, con una prosa fluente e diretta, mai prolissa, che veramente dà la sensazione di trovarsi di fronte a un interlocutore che si rivolge proprio a te, una confessione aperta, schietta, senza retorica nè pillole indorate, un ritratto freddo, preciso e concreto della criminalità realizzato con grande sapienza letteraria. Un romanzo che si legge benissimo ma che al contempo ti lascia molti spunti di riflessione, e una notevole amarezza in bocca e nel cuore.

Recensione di Enrico Spinelli

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