MARE AL MATTINO, di Margaret Mazzantini (Mondadori)
Le storie della Mazzantini non deludono mai.
In due giorni appena, ho concluso una narrazione, volendo, fortemente attuale. Scenari e protagonisti sono diversi, ma le vicende sempre le stesse. Che siamo negli anni ’70 o nel 2022, che i nomi siano Jamila o Alexei, che il teatro sia Tripoli o l’Ucraina, la guerra si sporca sempre dello stesso sangue : quello dei poveri. È un sangue che sa di disfatta , di resa e di rabbioso senso di impotenza.
I protagonisti sono due madri e due figli : Jamila e Farid , libanesi , che scappano dalla guerra cercando rifugio su un barcone , affidando le proprie sorti alle mani sporche e impietose dei trafficanti di vite umane. E Angelina con suo figlio Vito, tripolina di nascita ma costretta a ritornare in Italia riaprendo la ferita mai sanata degli italiani-tripolini stranieri in patria.
In mezzo a loro, il mare . Il mare che unisce e che simboleggia speranza ; il mare che allo stesso tempo diventa un mostro blu che non lascia scampo a nessuno.
La narrazione è fluente e graffiante , molto graffiante: non avrebbe potuto essere altrimenti dati i temi trattati.
” Il petrolio è la merda del diavolo” , questa la frase che riassume il senso dell’ intera narrazione.
Recensione di Giusy Shine
MARE AL MATTINO, di Margaret Mazzantini
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