MARIA. NATA PER LA LIBERTÀ, di Amalia Frontali
“Chi dimentica è complice”
Ma di chi stiamo parlando? Parliamo forse di ha vissuto e dimentica? Impossibile… chi c’era non può dimenticare.
Siamo noi… Noi, che abbiamo l’importante compito di preservare il ricordo che altri ci hanno tramandato. Siamo noi ad avere l’obbligo di non lasciar cadere nell’oblio quello che è stato.
Io oggi faccio la mia parte ricordando tutte le “Maria” che per un motivo o per un altro hanno lasciato le proprie case rifugiandosi in montagna. Mi prendo a cuore la Valgrande, anche se non ci sono mai stata, ma non importa… Loro ci sono stati, hanno vissuto, hanno combattuto perché hanno creduto fino in fondo.
Il Signore ha dato a Maria (credente dalla incrollabile fede) un compito nobile quanto arduo e doloroso: curare il prossimo, amarlo quanto se stessa. E così lei ha fatto giorno dopo giorno. Ha imparato a dover venire a patti con le armi per portare avanti il suo compito. Ha imparato a salvare vite con nulla altro che la sua forza di volontà. Ha imparato a guardare in faccia il dolore e la morte senza abbattersi mai.
Ha imparato che l’amore ha occhi silenziosi che la seguono ovunque senza chiedere nulla ma con tanto da dare, anche in un mondo dove nessuno ha nulla. E quando tutto è finito, si è seduta a guardare il sole e a chiedersi “cosa siamo diventati?”.
Dopo oltre cinquant’anni noi siamo qui e ci chiediamo “cosa vogliamo diventare”. Abbiamo ricominciato a guardare al futuro perché ci sono state tante “Maria” che ce lo hanno donato questo futuro, quando nessuno ci credeva.
Siamo “liberi” anche grazie a loro e perciò io vi dico di leggere questo libro e continuare ad alimentare il ricordo.
Perché forse non saremmo ciò che siamo senza di loro.
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