MARTA NELLA CORRENTE, di Elena Rausa
” Il passato ritorna, non si cancella.[…] Il passato ha bisogno di essere riconosciuto per andarsene. Il silenzio lo trasforma in un eterno presente.”
Siamo a Milano, nell’estate del 1982, l’estate gloriosa della vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio. Marta è una bambina di sette anni che, dopo la morte improvvisa della mamma, si chiude in un mutismo assoluto e ostinato, sicura che così facendo il mondo la dimenticherà e lei potrà in qualche modo scomparire; invece viene affidata alle cure di Emma, una psicoterapeuta infantile di grande esperienza che prende molto a cuore le sorti della bimba, percependo fin da subito una comunanza sotterranea tra il dolore della bambina e il suo.
Si, perché Emma quarant’anni prima è stata prigioniera in un lager nazista, e lì ha vissuto esperienze dolorosissime che ha nascosto nella parte più profonda della sua anima, rifiutandosi di parlarne con chiunque, rivendicando un suo legittimo diritto all’oblio.
Ma il passato non scompare, e quello di Emma torna a tormentarla nei sogni, chiede, come un fantasma senza pace, di essere ascoltato, e la dottoressa si rende conto che il lunghissimo silenzio l’ha sì protetta, ma ha anche congelato le sue emozioni, depotenziando di fatto la sua vita affettiva, e questo è ciò che aspetta anche Marta, che sta mettendo in atto il suo personalissimo “diritto all’oblio”.
Emma capisce così che stavolta non è chiamata ad adoperarsi per salvare una bambina, ma è chiamata a salvare sé stessa, se vuole salvare anche la bambina. Quindi prende per mano la piccola Marta per attraversare insieme il fiume della vita, attente a non lasciarsi travolgere dalla corrente del dolore, ed arrivare finalmente sull’altra riva.
Recensione di Azzurra Carletti
MARTA NELLA CORRENTE Elena Rausa
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