MATEMATICA ROCK. Storie di musica e numeri dai Beatles ai Led Zeppelin, di Paolo Alessandrini (Hoepli)
Difficilissimo parlare di questo piccolo capolavoro.
“Matematica rock” di Paolo Alessandrini.
O ci scrivo un poema, oppure, sinceramente, ammetto che una grossa parte non sono riuscita a comprenderla. Per colpa mia, ovvio. Io e la matematica siamo incompatibili. Però, però…È una perla affascinante: aritmetica, algebra, geometria spiegate attraverso i dischi, le musiche ed i testi dei grandi del rock.
A partire da Rock around the Clock, quando il rock è iniziato, che contiene riferimenti ai numeri naturali.
E poi i Queen… “Così cominciammo a battere i piedi. Ma, essendo io un fisico, dissi: « Immaginate che ci siano mille persone che battano i piedi in questo modo: cosa succederebbe?” (Brian May, chitarrista dei Queen)
Stomp-stomp-clap… stomp-stomp-clap… (lo si riconosce al volo!) è il battito dei numeri primi, come lo definisce l’autore del libro.
“…Possiamo affermare che We Will Rock You rimane uno degli esempi più eclatanti di matematica applicata al rock: ascoltando i suoi battiti ritmici si ha la sensazione di trovarsi in mezzo ad una folla oceanica di persone, quando invece si tratta delle mani e dei piedi dei quattro Queen in una chiesa sconsacrata londinese. La magia l’ha fatta Brian May: è riuscito a trasformare la pulsazione cardiaca irregolare dei numeri primi in un battito perfetto, quello stomp-stomp-clap che ancora oggi ci coinvolge irresistibilmente.“E poi i Genesis… l’incantevole “Firth of Fifth“, spiegata con la sequenza di Fibonacci!
Cartesio (cogito ergo sum) nel 1618 scrisse un saggio il cui obiettivo era indagare dal punto di vista matematico i motivi per cui la musica ci procura emozioni. E qui l’autore ci parla delle incognite matematiche da lui ideate per indicare valori sconosciuti: (x, y) e si arriva a Chris Martin ed ai suoi Coldplay…
E poi le falsità matematiche e i Radiohead, gli esagrammi e i Pink Floyd o i Beatles, la matematica e la statistica usate per attribuire a John Lennon oppure a Paul McCartney alcuni dei brani del gruppo, Kate Bush e il fascino del pi greco π (che ha ispirato anche la poetessa polacca Szymborska), la teoria dei nodi e i Led Zeppelin, il “un sogno dentro un sogno” con Bohemian Rhapsody dei Queen o con I Feel Fine dei Beatles fino a Maurits Cornelis Escher e al teorema di incompletezza di Gödel… e i Van der Graaf Generator con la “formula più bella del mondo”, quella di Eulero ei π+1=0… (che mi ha riportata ad uno dei miei libri del cuore “La formula del professore” di Yoko Ogawa) e pagine su pagine per spiegare l’accordo iniziale di “A Hard Day’s Night” o le due sequenze di “A day In The Life” come “metafora dell’azione ordinatrice della matematica…”
Ovviamente, ogni brano di cui leggiamo si va a riascoltare per capire quello che il libro ci ha spiegato (o ha provato a spiegarci). Quindi bisogna prendersi un po’ di tempo tra lettura e ascolti.
Tutte le formule matematiche all’interno, tutti i grandi scienziati e matematici nominati per me sono stati un po’ ostici, ( numeri primi, numeri naturali, numeri trascendenti, irregolari, equazioni impossibili, equazioni indeterminate, ordinate e coordinate, Nepero, Cartesio, Möbius, l’ultimo teorema di Fermat, le serie di Fourier… ma per chi ama la matematica dovrebbe essere una passeggiata.
“Strane creature, i numeri” (lo ha scritto l’autore e io lo sottolineo).
Recensione di Lauretta Chiarini
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