MATTATOIO N. 5 o LA CROCIATA DEI BAMBINI, di Kurt Vonnegut
Billy Pilgrim, svagato impiegato in una ditta di ottica, per caso scopre di essere capace di viaggiare nel tempo; attraversa così, in modo sconclusionato e divertente, la storia del Novecento fino a cadere prigioniero di un altrettanto strambo equipaggio alieno che lo chiude in uno zoo in quanto esponente di una razza da studiare. Tornato sulla Terra, racconta la sua esperienza a un programma radiofonico ma viene preso per pazzo.
Il racconto dei suoi viaggi nel tempo e la sua comica prigionia sul pianeta Trafalmadore è intervallato da brani nei quali Pilgrim, alter ego di Vonnegut che ne fu testimone oculare, rievoca il bombardamento di Dresda, una delle più belle città europee, voluto da Churchill a guerra ormai finita al fine di indebolire ulteriormente la resistenza tedesca e che contò un numero di morti pari a quello della bomba su Hiroshima; la crociata dei bambini alla quale si fa riferimento nel sottotitolo è un’allusione alla giovane età dei soldati chiamati a combattere quell’ultima battaglia, ma anche al fatto che ogni guerra manda alla morte giovani innocenti, indipendentemente dallo schieramento in cui militano.
Lo stile del romanzo è frammentario, espediente narrativo efficace che serve all’autore per muovere la sua critica al solo elemento che, che in un contesto di viaggi nel tempo, di gag e di continui cambi di punti di vista narrativi, continua ad apparire banale e illogico, l’unica cosa che non si incastra nell’umoristico meccanismo narrativo del romanzo: la guerra, che non può e non deve trovare il suo posto nemmeno nel mondo fantastico e surreale di Billy Pilgrim, narratore dal nome “parlante”, pellegrino nel tempo e nello spazio; le descrizioni, ora crude, ora toccanti fino alle lacrime della distruzione di Dresda sono il filo rosso che guida il lettore tra le pagine, altrimenti folli, di un romanzo ricco di gag e citazioni, che in più punti assomiglia a un corto “slapstick”, ma del quale il lettore avverte tutto il peso drammatico.
Alla fine della lettura si rimane ammirati di fronte alla maestria dell’autore nell’unire poesia, fantasia, umorismo, dramma, elementi con cui descrive una delle pagine più nere della storia del XX secolo, ma offre anche un fedele spaccato della vita degli esseri umani, capaci insieme di atrocità e amore.
Una lettura che stimola la fantasia e allo stesso tempo si rivela profondamente impegnata nel dare risposte a domande eterne e ad affermare con convinzione che tra queste risposte non deve esserci mai la guerra. Consigliato a ogni tipo di lettore.
Recensione di Valentina Leoni
Questo titolo è presente anche in Un Libro in un Tweet e nella nostra Rassegna mensile di Aprile 2019 e in quella di Marzo 2020
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