MEIN KAMPF Stefano Massini

MEIN KAMPF. Da Adolf Hitler, di Stefano Massini (Einaudi – aprile 2024)

“Da dove si inizia, per cambiare la Storia?

Da dove si inizia, per cambiare tutto?”

Dove, quando, come nasce quell’idea che attecchisce in un paese in ginocchio, piegato da una guerra persa, e che risveglia negli animi arresi quello spirito di appartenenza, quel sentore di divinità, quella brama di potere e di identità al di sopra di tutti gli altri?

Stefano Massini con questo brevissimo ma intenso romanzo-ballata entra direttamente nella mente e nell’animo di Adolf Hitler che, in prima persona, racconta il suo disagio nell’inutile Brunau, di una Vienna sospesa tra lo squallore dei lavoratori e l’inerzia dei Caffè borghesi, e poi Monaco, la guerra e al centro sempre lui, l’uomo che trasforma la rabbia la delusione per ciò che lo circonda e l’umiliazione in una spinta a rialzarsi per cambiare la Storia.

Come recita il retro di copertina quest’opera è una sorta di “biopsia” del famigerato “Mein Kampf”, ce ne mostra infatti le radici psicologiche e autobiografiche con frasi semplici, ripetitive, che ben rappresentano il flusso di coscienza del futuro dittatore, un monologo spietato e martellante, dove emerge l’adrenalina e quella tensione che cresce nel suo cuore e nella sua mente fino alla deflagrazione. Un lavoro che si legge in pochi minuti ma che resta impresso e ci porta ancora una volta a riflettere su quali siano gli elementi che portano alla mescita e allo sviluppo di un’idea, anche della più sbagliata e mostruosa.

Recensione di Enrico Spinelli

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