MISSING NEW YORK, di Don Winslow
Premetto necessariamente che si tratta del primo romanzo di Winslow che leggo. La storia è quella di un detective umano e tenace che si occupa di un caso di rapimento di una bambina in circostanze sconosciute.
Sarà disposto a licenziarsi e ad intraprendere un viaggio in giro per gli Stati Uniti alla ricerca della fanciulla scomparsa, sacrificando pure la propria vita privata e il rapporto con la moglie.
Winslow allestisce un’opera dal vigore travolgente, capace di intrattenere con freschezza dalla prima pagina, guidando il lettore con la sua penna sempre molto puntuale e lucidamente telegrafica. L’intreccio tuttavia è ben lungi dal rappresentare qualcosa di innovativo, risultando a tratti prevedibile, se non anche poco credibile.
I personaggi sono imbrigliati in una semplicità monodimensionale, privi di analisi introspettiva seppur l’abilità di Winslow di districarsi con una lucidità mai faticosa è – di per sè – di lodevole fattura. Una lettura consigliata qualora si fosse alla ricerca di un romanzo del tutto disimpegnato, molto scorrevole e piacevole, nonostante l’evidente mancanza di spessore intellettuale della quale è vittima questo Missing New York.
Recensione di Tommaso Aprigliano
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