MODIGLIANI IL PRINCIPE, di Angelo Longoni
Eccomi giunta alla fine di questo fantastico libro: chiudo l’ultima pagina, guardo la copertina e sento già una nostalgia tremenda. Mi mancherà molto Amedeo.
Grazie a lui ho viaggiato per le vie di Livorno, di Firenze e di Venezia per poi giungere nell’affascinante e temibile Parigi Bohémienne, dove i sentimenti si fanno estremamente accesi e le vite sempre più intense.
Ho imparato ancora di più a conoscere ed apprezzare il Grande Modigliani, spirito fragile e sensibile.
La fragilità, la sensibilità e la paura di non poter concretizzare i suoi sogni sono state, infatti, le caratteristiche che hanno reso Modigliani il grande Modí e il Modí maledetto.
Ho vissuto i suoi dolori, le sue ansie, la sua fame, le sue passioni e i suoi amori.
Ho conosciuto molti altri artisti, molti critici d’arte e molti poeti.
Ho sentito il peso della pietra e della scultura, sua passione indiscussa.
Ho percepito la dolcezza del pennello mentre creava ritratti nel quale, ancora oggi, si assaporano l’assoluta malinconia e la profonda solitudine dell’essere umano.
È stato un viaggio bellissimo all’interno di questa grandiosa e delicata anima che, con una punta di poesia e tragicità, accompagnerà per sempre me, e ogni sua opera.
“La vita è un dono dei pochi ai molti: di coloro che sanno e che hanno a coloro che non sanno e che non hanno.”
Recensione di Stefania Carini
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