MORTE NELLA STEPPA. Yeruldelgger, di Ian Manook (Fazi)
Recensione 1
Vogliamo parlare del commissario dal nome impronunciabile di Ulan Bator in Mongolia che indaga nella steppa?
Vogliamo parlare proprio del primo libro della trilogia che si intitola “Morte nella steppa”?
Io non vedo l’ora di parlarne! E’ stato un viaggio davvero particolare. Siamo sul filo del surreale, perchè diciamo che gli succedono le cose più incredibili e non solo a lui! Ma non importa, la storia fila e ci sono tanti “incontri” che sono fondamentali alla comprensione. Con la “scusa” dell’indagine, ci avviciniamo a come si vive in Mongolia, a come si mangia, a come si prega, al significato di alcuni piccoli gesti che ne denotano l’immensa profondità spirituale. E poi scopriamo una parte della storia del popolo mongolo che non risulta meno dolorosa della nostra. Hanno avuto e hanno ancora le loro invasioni e i loro conquistatori. Hanno una coscienza nazionale che “qualcuno” cerca di far diventare nazionalismo prima e neonazismo dopo. La Mongolia è un grandissimo deserto che ci regala fiori che nemmeno ci aspettiamo.
E poi, come tutto il mondo, è fatta di persone che come noi vivono, muoiono, amano e chiedono giustizia, anche se a volte in maniera troppo silenziosa.
Sono proprio soddisfatta di questa lettura, al punto da aprire il tablet dalle vacanze per poterne parlare a caldo e magari tornare a parlarne quando avrò letto gli altri capitoli.
Fate come me: buttatevi anche voi in questo mondo sconosciuto!
Buona lettura
Recensione di Rita Annecchino
Recensione 2
Una cara amica mi ha prestato questo libro già da qualche mese. Devo dire che la copertina non mi ispirava molto, tanto che in questo ultimo periodo ho dato la precedenza nella lettura a diversi altri libri.
Solo da poco l’ho finalmente preso in mano. La storia è decisamente potente così come il protagonista, l’ispettore Yeruldegger, ma l’aspetto che mi ha affascinato di più è l’ambientazione nella Mongolia odierna, con i suoi territori desertici e montuosi e con la descrizione delle tradizioni tramandate da generazioni. Mi ha incuriosito tantissimo anche la descrizione dei cibi e delle bevande e mi è venuta voglia di assaggiare il tanto citato tè al burro salato.
Tra misteri e corruzione la trama si snoda nell’arco di poche ma intense settimane, con la figura avvincente e carismatica di quest’uomo che nonostante la tragedia della perdita di una figlia ed un periodo di sbandamento ritrova la capacità di affrontare e di vincere i propri nemici e le proprie incertezze.
Questo è il primo di una trilogia che comprende anche Tempi selvaggi e La morte nomade. Credo che mi procurerò anche questi libri per conoscere ancora più a fondo sia la Mongolia che Yeruldelgger.
Recensione di di Ale Fortebraccio
MORTE NELLA STEPPA. Yeruldelgger Ian Manook
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