MUORI PER ME, di Elisabetta Cametti (Piemme – gennaio 2021)
Finalmente qualcosa di emozionante davvero. Finalmente un libro terribile, ma non nel senso dispregiativo, anzi. Un libro terribile, nel senso che tratta senza mezzi termini le bassezze dell’animo umano. Stiamo parlando di una storia che suscita moltissime emozioni nel corso di tutta la lettura. E, benché sia intrattenimento, non è il classico thriller che leggi, ti intriga, che scorre bene, e che comunque tutto sommato non ti lascia dentro nulla di particolarmente memorabile. Questo il segno lo lascia, eccome.
Prima di entrare nel merito, una veloce occhiata al dato oggettivo: parliamo di un volume di circa 520 pagine, con una storia divisa in capitoli che seguono la cronologia degli eventi raccontati in terza persona al passato remoto dal narratore super partes, con frequenti intermezzi di alcuni antefatti raccontati in prima persona da una delle protagoniste. Quindi, unendo uno stile molto asciutto e veloce, senza grossi filtri sui contenuti violenti e/o sessuali, e questo continuo rimando avanti e indietro nel tempo, la Cametti cattura il lettore e gli caccia la testa in un mondo di depravazione, suscitando emozioni profonde.
La storia, ambientata a Milano e dintorni e che rispecchia molto bene il mondo apparentemente patinato delle fashion blogger, dei ricchi e famosi, e di una certa tipologia di persone, racconta della sparizione di una famosa blogger, sposata con il primogenito di una famiglia di ricconi e burattinai della moda. La sorella (di lei) comincia a cercarla, e man mano che va avanti nella ricerca trova dissonanze sempre più forti, depravazione, inganni e bugie che coinvolgono anche la sua stessa famiglia, e man mano che le pagine vanno avanti la situazione diviene sempre peggio, portando alla luce tutto lo schifo di cui una famiglia di ricchi depravati è capace.
Non posso svelare il finale, ma posso dire che lascia molto amaro in bocca per tutta una serie di motivi che non posso commentare senza rivelare dettagli che non devono essere raccontati qui. Parlo comunque di ragioni dovute all’andamento della storia, non perché sia un finale fatto male, raffazzonato e poco plausibile. Anzi, probabilmente è proprio per il suo naturale sviluppo che lascia questa sensazione spiacevole.
In conclusione, libro per palati abbastanza forti e assolutamente sconsigliato alle “anime candide”, bello e terribile, che ti fa aprire gli occhi su un mondo “demmerda” che tutti sanno che c’è ma che fanno finta di non vedere.
Voto: 9
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