NANÀ, di Emile Zola
Recensione 1
Il romanzo è ambientato nella Parigi degli ultimissimi anni del secondo impero francese. Un paio di eventi storici che fanno da sfondo alla narrazione, la seconda esposizione universale di Parigi e la dichiarazione di guerra alla Prussia, permettono di collocare esattamente la storia fra il 1867 e il 1870.
Al centro della storia c’è Nanà una giovane donna di umilissime origini protagonista della vita mondana della capitale francese di quegli anni. Nanà è attrice di teatro, concubina, prostituta e molto altro ancora, un personaggio complesso e contorto impossibile da inquadrare con esattezza. Ama gli uomini e anche le donne, vive nel lusso più sfrenato e in grande povertà, distrugge innumerevoli amanti e i loro patrimoni quasi combattendo una crociata verso il bel mondo di cui non si è mai sentita veramente parte. Nanà è bellissima e quasi sempre disponibile a concedersi a uomini ricchi e potenti che impazziscono per lei e che sono disposti a cedere ad ogni suo bizzarro desiderio.
Il libro è focalizzato sulla vita della protagonista e i vari capitoli sono quasi sempre abbastanza indipendenti l’uno dall’altro e presentano situazioni ambientali e temporali diverse quasi come fossero scene teatrali distinte dove si cambiano quinte e protagonisti lasciando immutato solo il personaggio principale.
Tutto il romanzo è un maestoso affresco storico della Parigi dell’epoca ed in particolare del bel mondo dei nobili e dei nullafacenti legati al potere; un ambiente straripante di personaggi viziosi e ruffiani che passano il tempo a dilapidare patrimoni ed ad andare a letto con varie attricette e con le mogli degli altri. Un mondo dove tutti sanno tutto di tutti e vivono in precaria armonia fra debiti e scandali.
Ho trovato particolarmente belli i capitoli dove vengono descritti, con straordinaria cura dei particolari, il teatro dove all’inizio si esibisce Nanà e l’ippodromo dove la bella società si riunisce per assistere al Gran premio d’Ippica.
Insomma un libro straordinario e appagante, un condensato di storia, costume, drammi umani e sentimenti forti.
Un libro che non si dimentica.
Recensione di Stefano Benucci
Recensione 2
Ho un debole per Emile Zola da quando ho letto il suo J’accuse, la lettera di denuncia sul caso Dreyfus pubblicata sul giornale che in seguito lo porterà alla morte.. Ho un debole per la sua scrittura potente e ammirazione per l’uomo che è stato.
Nana’ invece è un libro con tutte le caratteristiche del romanzo ottocentesco francese: una fotografia del tempo, addirittura del momento narrato, tanto sono lenti e ricchi di particolari i capitoli. Si narra la storia di Nana’, bellissima Venere bionda, dal suo esordio nei teatri al divenire la prostituta più richiesta, più ammirata, cui tutti gli uomini cadono ai piedi.. È la storia di una società in cui solo il potere e il denaro contano, non c’è spazio per sentimenti o valori..
E la vita scorre, procede, tra divertimento, tradimento, carrozze, teatri, gioielli, alla continua ricerca di colmare quel vuoto e quella solitudine spesso indice della condizione umana..
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