NEL MURO, di Mauro Corona
Non mi dilungherò molto su questo romanzo (sic!).
Non vale la pena spendere molte parole, perché tutto, dico tutto è di una pena mortificante.
Ostilità eccessiva per le donne, ribrezzo per tutto il genere umano, odio, morte, suicidio, quest’ultimo continuamente rimandato. Ma, mi chiedo perché dare voce a una persona che gioca, con lucido calcolo, sulla disadattività? È offensivo!
Mi spiace veramente non aver riscontrato alcun interesse neppure nelle belle metafore della natura che si perdono come gocce in un oceano di una trama che non sa di nulla. E anche le filosofiche considerazioni sulla crudeltà dell’uomo e della stessa natura, madre prima e matrigna dopo, risultano soltanto un farraginoso modo di riempire le pagine.
La crudeltà e la cattiveria come la sensibilità e la benevolenza bisogna saperle raccontare bene! Cosa che, qui, in questo libro, risultano fasulle e inutilmente e ripetutamente sottolineate
È un thriller? Un horror? Ma che cosa è?
È la storia sgangherata di un psicopatico narcisista imbottito di vino e belladonna (erba allucinogena), che potrebbe essere interessante se non fosse che il delirio è un mero calcolo editoriale! La lettura seria, a mio avviso, è tutt’altra cosa!
“Ci sono molte cose di questo romanzo che sono mie, che appartengono alla mia vita, alla mia famiglia”. Una frase che fa paura…”
Ma quale paura! Mi viene da ridere! Non si può commentare la banalità, perché il libro è insipido e di un sconfortante insuccesso. Se l’autore voleva trasmettere un suo disagio, a mio avviso, con questo libro, non ci è riuscito!
E per concludere voglio citare una frase dello stesso autore “Al trùap descontha” (troppo olio non condisce bensì rovina) . Si commenta da sola!
Recensione di Patrizia Zara
NEL MURO Mauro Corona
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