NEL NOME DI MIO PADRE, di Viveca Sten
Sull’ isola di Sandhamn, a largo di Stoccolma, in una fredda sera di novembre 2006 scompare nel nulla una ragazza di vent’ anni. Le indagini si arenano poco dopo, fino all’ aprile dell’ anno successivo quando un sacco con un braccio viene ritrovato sepolto nei boschi.
Ripartono le indagini scientifiche e gli accertamenti per accertare l’identità della probabile vittima. L’ ispettore Thomas Andreasson ritorna sull’isola per partecipare alle indagini. Anche Nora è tornata sull’ isola dopo che il suo matrimonio sta naufragando.
La sua amicizia con Thomas e la sua innata curiosità d’ avvocato la porta ad essere suo malgrado coinvolta nelle indagini, soprattutto quando trova a casa di sua zia Signe dei quadernetti neri su cui una adolescente del primo ventennio del secolo scorso, Karolina, scrive della sua storia di amore contrastata con Thorwald.
Indagare nel passato per risolvere un delitto moderno sembra una cosa illogica ma l’ unica da fare.
Un giallo da leggere tutto d’ un fiato, due storie separate da un secolo che si alternano nelle pagine, personaggi che entrano nel cuore e che mancano appena lo si finisce di leggere.
Recensione di Evelina Loffredi
Presente nei 5 Gialli più cliccati a settembre 2024
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