NEL SILENZIO DELLE NOSTRE PAROLE Simona Sparaco

NEL SILENZIO DELLE NOSTRE PAROLE, di Simona Sparaco

 

 NEL SILENZIO DELLE NOSTRE PAROLE Simona Sparaco Recensioni Libri e News
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Recensione 1

“Nel silenzio delle nostre parole” è dedicato a tre donne: due amiche ancora in vita e una zia deceduta, zia Renata che aspetta l’autrice nell’altra. C’è in questa dedica un desiderio sotteso di abitare un confine, un confine che non prevede il viaggio di ritorno. È stato un articolo del compagno dell’autrice ad ispirarne la stesura. Un articolo che narra il dolore inenarrabile di solo alcune delle vittime dell’incendio della Grenfell Tower, un evento catastrofico avvenuto a Londra nella notte del 14 giugno 2017 nel quartiere di North Kensington, nel quale morirono 72 persone.

 

Eccone un estratto: «Mentre una giovane donna si affacciava dalla finestra al nono piano della Grenfell Tower di Londra stringendo al petto un neonato avvolto in una coperta, al ventiquattresimo il neolaureato di origine afghana Shekeb Neda prendeva la decisione più importante della sua vita. Il fuoco stava divorando l’appartamento e il padre era già stato inghiottito dal fumo. […] Shekeb non ha avuto esitazioni. Si è messo Flora sulle spalle, come Enea il padre Anchise durante la fuga da Troia, e ha cominciato la discesa. Intanto, al nono piano, la madre del neonato si sbracciava per attirare l’attenzione della folla sottostante. Poi, prima di morire, ha gettato suo figlio nel vuoto. Un signore si è staccato dal mucchio e ha afferrato il piccolo proiettile. […]

C’erano riusciti. Una ragazza a salvare chi aveva messo al mondo. E un ragazzo a salvare chi aveva messo al mondo lui. Da dove abbiano attinto la forza per le loro imprese va oltre la comprensione umana. Quando la vita e la morte si accostano fino a toccarsi, forse si smette di pensare e si comincia a sentire. L’amore, quello assoluto: senza condizioni. Madri e figli». (Sabato 17 giugno 2017 – Massimo Gramellini).

 

Ecco questo costituisce il fulcro della trama del romanzo di Simona: è proprio intorno all’amore materno e filiale, cercando di scavare nel gesto eroico del figlio che salva la madre e della madre che salva il figlio. Accanto ci sono le parole non dette catturate in un piccolo carnet capace di sfidare le fiamme e i terreni borderline. È il quadernino che Alice riesce a mettere in salvo prima di soccombere al suo tragico destino. Alice è una giovane italiana che si trova a Berlino grazie al programma Erasmus. Il romanzo non vuole assolutamente raccontare la vera tragedia, ne trae solo delle tracce saputamente sviluppate in una vicenda inventata che si svolge a Berlino, capitale europea nell’immaginario collettivo contemporaneo. La scelta dell’ambientazione e dei personaggi rivela l’obiettivo di Simona Sparaco di portare la riflessione sulle tante barriere che ancor oggi esistono nelle società multietniche metropolitane dove nonostante la vicinanza fisica, le persone che abitano uno stesso palazzo si trovano divise da innumerevoli muri che si chiamano pregiudizio, paura, indifferenza, silenzio, differenza.

Ecco che Simona riesce a buttarli giù, uno a uno e a restituire il senso della vita: la relazione fra le persone che travalica il confine fra la vita e la morte. Scrive Alice nel quadernino: «Quante parole ci diciamo che sono solo silenzio? Perché vorremmo dirne altre ma non abbiamo il coraggio di dargli voce.» (p.133)

 

Dar voce alle parole avvolte nel silenzio significa scandagliare i sogni, ascoltare il proprio cuore, vivere le proprie aspirazioni. Nelle tre fasi dell’incendio si scandisce il ritmo della narrazione e della rivelazione. Purtroppo le parole scritte saranno l’ultimo gesto di Alice che riesce però così a raggiungere il cuore di sua madre quando il suo ormai non batte più. Quando la madre sfoglierà le ultime pagine della vita di Alice, il miracolo che avviene è quello delle parole mai dette fra madre e figlia, ma scritte, dettate direttamente dal cuore, alla ricerca dei sogni perdute di entrambe. Il miracolo consiste nella capacità di spogliare un rapporto coperto di grida e incomprensioni, di parole inutili e di restituirlo al silenzio delle parole vere. Qui il silenzio è crudele perché si trova al confine fra la vita e la morte. Ma allo stesso tempo è salvifico perché solo l’amore che lo ha generato ne apre il senso. Definirei questo libro un inno alla vita. Ance alla scrittura certo, ma in primis alla vita. Il caso ha voluto che mentre Simona Sparaco rimase incinta del secondo figlio, fu decisa la scadenza della prima edizione italiana del prestigiosissimo premio spagnolo Dea Planeta.

 

L’idea del romanzo era già nata, ma Simona, a causa della gravidanza aveva pensato di dedicarsi prima al nuovo arrivo e successivamente alla stesura del romanzo. Ma, per l’appunto, la scadenza del premio coincideva con la fine del tempo della gravidanza, costringendo l’autrice a portare avanti due gestazioni: quella del figlio e quella del libro. E ci è riuscita egregiamente. Non solo partecipando, ma anche vincendo il premio. E sapete perché? Perché la forza di una madre è imbattibile. L’amore scioglie ogni ostacolo. Le parole lo dicono nel silenzio. Anche del nome. Perché Simona ha vinto con uno pseudonimo: Diego Tommasini. I nomi dei suoi due figli: Diego e Tommaso.

I consigli del Caffè Letterario Le Murate Firenze, di Sylvia Zanotto

Recensione 2

Difficile scrivere anche solo un pensiero su un libro come questo, vorrei semplicemente stringere le mani all’autrice e dirle “grazie”, un grazie sincero, direttamente dal cuore.

 

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L’argomento trattato è duro, triste,doloroso ma lei l’ha saputo trattare con estrema sensibilità. Per scriverlo, parte da un avvenimento successo realmente, da lì ha saputo creare un romanzo.

La Sparaco ci porta a Berlino , una via della metropoli ormai quasi addormentata, era quasi mezzanotte, a causa di un corto circuito scoppia un incendio in una palazzina. In quel palazzo di quattro piani ci vivono delle famiglie. In tutto il libro, l’autrice ci regala una descrizione delle loro vite prima e dopo l’incendio.

 

Sembra che l’autrice fosse seduta lì davanti a quel palazzo a studiarli, a conoscerne i mille aspetti, pronta a condividere con noi il dono di saper entrare nell’anima di queste persone perché lei sa condurci direttamente lì. Raggiunge punti profondi , sempre nel rispetto.

Ci parla d’amore, in tutte le sue sfaccettature, in particolare tra figli e genitori . Ci parla di parole non dette, di silenzi pieni di significato . Ci parla di abbracci, telefonate e parole che rimandiamo ma potrebbe essere troppo tardi.

Ho chiuso il libro e sulla cover c è la foto dell’ autrice, mi sono soffermata a guardare i suoi occhi e ho visto tutta la profondità e la sensibilità che traspare leggendo tutti i suoi libri! Complimenti!

Recensione di Helga Mazzarolo

Titolo presente anche nella nostra Rassegna Mensile di Luglio 2019

 

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