NERO DI MAGGIO, di Leonardo Gori (TEA)
Primavera del 1938: Firenze si prepara alla visita di Adolf Hitler e Benito Mussolini, parte integrante del viaggio in Italia determinante per la loro alleanza. In quei giorni così concitati, però, viene scoperto in riva all’Arno il cadavere di una prostituta. Un caso di poco conto, apparentemente, e il servizio d’ordine vuole metterlo sotto silenzio il prima possibile per non avvelenare l’evento ormai imminente, ma allo stesso tempo le sfere alte del regime temono che una storia simile possa scuotere le fondamenta del potere.
Il giovane capitano dei Carabinieri Bruno Arcieri, appena arrivato a Firenze, si butta su un’indagine complessa, più volte ostacolata, un percorso dove non mancano i colpi di scena né le situazioni controverse caratteristiche del regime. Il primo romanzo con protagonista Bruno Arcieri ci presenta un personaggio fedele al proprio ruolo ma anche al buon senso, volutamente non schierato e dai forti principi morali; questo è il primo atto di un cammino che, romanzo dopo romanzo, lo porterà a una progressiva crescita interiore, a mettersi in discussione e ad operare scelte cruciali e molto, molto pericolose.
Il romanzo ci presenta già le caratteristiche salienti dello stile di Leonardo Gori, un’eccellente contaminazione tra romanzo storico, di formazione, giallo e spy story, una profonda cura per la realtà storica che ci viene restituita con descrizioni semplici ma esaustive e una tensione narrativa che si sviluppa capitolo dopo capitolo, in un crescendo che porta a un finale tutt altro che prevedibile. Un inizio promettente per un personaggio che nei romanzi successivi avrà sempre più modo di mostrare il suo valore.
Recensione di Enrico Spinelli
NERO DI MAGGIO Leonardo Gori
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