NESSUNDOVE Neil Gaiman

Nessundove

NESSUNDOVE, di Neil Gaiman

Mi sono sempre chiesta cosa spinga uno scrittore ad occuparsi proprio del fantasy. E’ un genere letterario molto particolare e quindi, bisogna avere motivazioni molto particolari per andare a sceglierlo e dedicarcisi.

Appassionata come sono, ho letto molto fantasy e gli unici due scrittori che hanno fornito una risposta al mio quesito sono stati Tolkien (considerato il padre del fantasy) e Pullman (considerato un erede con la “E” maiuscola)… finora.

Oggi aggiungo un altro autore a questo brevissimo elenco.

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Ho letto tanto di lui e il fantasy è il suo mondo. Ma il suo romanzo d’esordio è una sorta di documento programmatico del suo pensare proprio come per gli autori sopracitati.

Col suo “Nessundove” Nel Gaiman ci parla della vita in tutte le sue sfaccettature: da quelle più comiche a quelle più sordide.

Ci parla delle nostre paure (descrivendoci in realtà le sue), ci racconta i nostri sogni (partendo dai suoi) e ci descrive quella Londra che non conosciamo.

Il tutto affidandosi al genere fantasy. Lui non crea nessun mondo, prende una città e ce la presenta come se fosse un iceberg. Non sta a descriverci quello che noi possiamo vedere, ma scende in profondità.

La “Londra di Sotto” esiste davvero? E’ la domanda che sorge spontanea una volta terminata la lettura. E la risposta è probabilmente un sì, perché lui utilizza il fantasy per dirci qualcosa. Parla della Londra di Sotto, ma in realtà è una delle tante facce della nostra vita che ci sta portando a scoprire.

Lo fa tramite una avventura… chi di noi non ha mai vissuto qualche peripezia nella sua vita?

Il protagonista di questa storia è un Richard qualunque, che potrebbe essere ognuno di noi in quel momento, che a tutti capita, in cui ci si chiede se può esserci qualcosa oltre la normale realtà che affrontiamo ogni giorno.

Questo libro ha vinto. E’ un fantasy vero, perché se lo denudi di tutta la sua fantasia non resta nulla. Neil Gaiman in questo modo riesce ad arrivare in quel punto oscuro di ognuno di noi costringendoci ad affrontarlo, per dimostrarne l’esistenza, cosa assolutamente non da poco.

Troppe volte ho letto dei fantasy che ridotti all’osso raccontavano storie che sarebbero state in piedi comunque. No, questo significa barare, appropriandosi di un genere solo perché magari va di moda, non perché se ne sente il bisogno.

La sua produzione è eccellente e si vede già dal suo esordio… ristampato per fortuna! Fino a pochi mesi fa era introvabile!

Approfittate e se volete, venitemi a raccontare le vostre sensazioni.

Io oggi non l’ho fatto, perché le punte dei nostri iceberg non sono sempre facilmente descrivibili, ma mi piace mettermi in gioco, fatelo con me!

Recensione di Rita Annecchino
NESSUNDOVE Neil Gaiman

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