NIENTE RESURREZIONI PER FAVORE Fred Uhlman

NIENTE RESURREZIONI PER FAVORE, di Fred Uhlman (Guanda)

A volte basta un solo libro a decretare il valore di uno scrittore e a suscitare l’universale apprezzamento. Fred Uhlman sarà per sempre L’amico ritrovato, non gli serve niente altro per essere ricordato tra i grandi. Forse per questo non avevo letto altro di suo. Ma questo “Niente resurrezioni, per favore” mi ha ricordato che, oltre ad essere un testimone inestimabile della follia nazista, è anche e soprattutto un ottimo scrittore. Dopo essere fuggito dalla Germania negli Stati Uniti per sottrarsi alla caccia agli ebrei, Simon Elsas torna per un giorno nella città dove ha vissuto da ragazzo, dove ha dovuto lasciare amici e un primo amore. Lo fa quasi contro la sua volontà, sono passati trent’anni e si sente estraneo, e soprattutto non può impedirsi di guardare con sospetto chi incrocia per strada, saranno sporche di sangue le sue mani?

“I suoi amici non avevano preso sul serio Hitler . Non uno di loro aveva letto Mein Kampf. Se l’avessero letto avrebbero capito che si trattava di qualcosa di più che propaganda politica. Secondo loro Hitler dopo essere salito al potere avrebbe messo fine alle sue stupidaggini e avrebbe agito dal più al meno in modo democratico. Avrebbe naturalmente soppresso i comunisti, cosa eccellente, e reso meno piacevole la vita degli ebrei ma dopo un po’ si sarebbe calmato e ogni cosa sarebbe tornata pressappoco come prima. In fin dei conti questa era la Germania, non la Russia. Perché non mettere Hitler alla prova? forse avrebbe saputo risolvere il problema dei 7 milioni di disoccupati in cui tutti gli altri avevano fatto fiasco. E se non ci fosse riuscito non era meglio così che tenerlo all’opposizione forte come era? Quanti milioni di borghesi tedeschi desiderosi di vivere tranquilli avevano detto queste cose, vi avevano davvero creduto. Che cosa avevano fatto le chiese, quella cattolica e quella protestante? E che cosa aveva fatto lo stesso papa? Tutti si erano sottratti al loro dovere come Simon Elsas si era sottratto al suo.”

Quanto suonano attuali queste parole scritte nel 1979, quanto sono sinistre!

Simon rivede suo malgrado alcuni vecchi amici, la donna che amava, i posti della sua infanzia, e si scopre incapace di perdono: l’unico modo di convivere con un passato così devastante è lasciarselo alle spalle, nessuna resurrezione, nessuna comprensione. Aggiungo al post la copertina del libro, bellissima.

Recensione di Elena Gerla

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