NINFA DORMIENTE, di Ilaria Tuti
Recensione 1
Tutto inizia dal ritrovamento di uno splendido quadro. Dalla scoperta che questa bellissima opera è in realtà dipinta usando il sangue, sangue della vittima di un brutale omicidio.
È questo cold case il perno della storia, perché il quadro in questione è vecchio di anni, perché il suo autore è un uomo ormai anziano e relegato in una catatonia autoimposta, perché questo delitto affonda le proprie radici nella storia più cupa del paese.
È qui che ritroviamo il commissario Teresa Battaglia, geniale quanto umano personaggio creato da Ilaria Tuti.
La forza di questo romanzo sta nei suoi protagonisti, figure che valicano il confine della carta stampata entrandoti nel cuore.
Perché non affezionarsi a Teresa e Massimo è impossibile, è impossibile non sentirsi accanto a loro, provare di riflesso le loro emozioni, sentirsi indifesi davanti alle loro debolezze. È questo il rischio che si corre quando ci si trova davanti a personaggi scritti col cuore, si finisce col vivere le loro storie in ogni sfaccettatura.
Altro fondamento delle opere di Ilaria Tuti è il rapporto con la natura, una natura bella e ostile, un tempio non costruito da mani umane che racchiude in se storie e segreti, segreti che spesso sarebbe meglio non portare alla luce.
In questo secondo romanzo di Ilaria Tuti ho notato un evoluzione dal punto di vista stilistico e il primo libro aveva già di per se un ottimo stile. Ho visto un approfondimento dei personaggi, quasi come se superato l’imbarazzo iniziale si sentissero ora più liberi di dirci chi sono, cosa sono, cosa hanno vissuto.
Se non si fosse capito l’ho apprezzato tantissimo, dai personaggi alla storia è stata una delle letture più belle di quest’anno. Spero solo che Teresa torni presto.
Recensione di Alfredo CRISPO
Recensione 2
Il secondo capitolo della storia del commissario Teresa Battaglia inizia con il ritrovamento di un ritratto di donna dipinto in un modo parecchio inquietante. Il dipinto ha 70 anni circa, e l’autore, ancora in vita, non è più in grado di comunicare con il mondo. Teresa e la sua squadra vengono incaricati di scoprire cosa sia successo alla donna ritratta nel quadro, e nel farlo vengono a contatto con una realtà molto particolare.
Ho molto apprezzato il libro d’esordio di questa giovane scrittrice italiana, Fiori sopra l’Inferno, e aspettavo con ansia la nuova uscita. Il secondo capitolo conferma l’ottima impressione ricevuta all’inizio. Questo è, a mio avviso, un thriller più maturo e complesso, dalla trama originale e articolata, con un finale inaspettato. Ma non è solo questo.
La storia ci trasporta in un’ambientazione affascinante, quasi sospesa nel tempo. Il fatto che l’origine della vicenda sia da ricercarsi in avvenimenti di molti anni prima crea un ponte tra passato e presente, e ci porta a cercare un legame fra le persone coinvolte. Devo ammettere che all’inizio ero un po’ dubbiosa, mi sembrava un azzardo e una forzatura andare alla ricerca di eventi così lontani nel tempo, e ho temuto che la storia si trasformasse in qualcosa di già visto. Mi sbagliavo alla grande. L’autrice riesce a creare un legame inatteso, un collegamento, che trasporta all’interno di credenze popolari e familiari e si rivela sorprendente.
Ma questo libro ci conduce anche più a fondo nella mente e nel cuore dei suoi protagonisti. Teresa è un personaggio che conquista. E’ una poliziotta abile ed esperta, forte e coraggiosa, con un carattere pungente e sarcastico, con cui è difficile avere a che fare. Ma è anche una donna sofferente, con un passato tutto da scoprire, e una enorme capacità di empatia, che tenta di nascondere, senza peraltro riuscirci. La sua è una lotta con fattori esterni che la mettono in grande difficoltà, ma è la lotta di una donna che non accetta di darsi per vinta. E’ un personaggio che entra nel cuore e non si può non amare.
Il libro affronta anche la storia e il passato di Marini, il suo giovane sottoposto, rendendolo più profondo e sfaccettato di come appariva all’inizio. Anche lui affronta un percorso difficile, che lo porta a contatto con la sua anima.
Ho trovato un po’ sottotono, ma proprio poco, la parte relativa alle descrizioni dei luoghi. Mentre nel primo libro il paese era uno dei protagonisti della storia, e le descrizioni delle montagne erano vivide e luminose, qui hanno un ruolo a mio avviso meno rilevante. Ciò non toglie che il luogo in cui ci troveremo a viaggiare insieme ai protagonisti sia affascinante e misterioso.
Forse la scrittura potrebbe sembrare un po’ confusa in alcuni passaggi, ma è un voler cercare il pelo nell’uovo. Questo secondo libro promuove a mio avviso questa autrice fra le migliori scrittrici italiane di thriller.
Recensione di Nella Patanè
Titolo presente anche nella nostra rubrica Novità in libreria Giugno 2019
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