NINFEE NERE, di Michel Bussi (E/O)
Recensione 1
Giverny, piccolo paese reso celebre da Claude Monet con i suoi quadri, un uomo viene trovato morto annegato e con il cranio fracassato. Attorno alla vittima, celebre oftalmologo e donnaiolo, girano le voci più disparate e la polizia si troverà a battere più piste, dal traffico di opere d’arte di Monet alla gelosia di qualche marito, con alcuni reperti trovati che ingarbuglieranno ulteriormente la matassa. Le indagini si intrecciano poi con la vita di 3 figure femminili, una bambina col talento per la pittura, una giovane e attraente maestra e una vecchia taciturna in qualche modo legate tra di loro.
Un Noir a suo modo elegante e intricato, sospeso tra la magia delle opere del celebre impressionista e i misteri di una piccola comunità restia a svelare i propri segreti, ricco di giochi di specchi e false piste, con una tensione di fondo che deflagra nel finale affatto banale nel quale tutti i nodi vengono magicamente al pettine. Si tratta senza dubbio di una storia di valore, per quanto articolata, ben scritta e dallo svolgimento piacevole nonostante la lentezza di alcuni passaggi. Richiede una certa concentrazione e la continuità per essere apprezzato appieno, anche per non perdere i dettagli più significativi, ma arrivati all’ultima pagina credo personalmente che con difficoltà non vi ritroverete a bocca aperta, apprezzando il grande lavoro di uno scrittore estremamente talentuoso come questo.
Recensione di Enrico Spinelli
Recensione 2
Estratto:
[…] Erano tre persone molto diverse. Eppure avevano qualcosa in comune, una specie di segreto: tutte e tre sognavano di andarsene. Sì, di lasciare la famosa Giverny, paese il cui solo nome faceva venire voglia a una quantità di gente di attraversare il mondo solo per farci due passi.
Sapete naturalmente perché: per via dei pittori impressionisti. […]
Commento:
Ultimamente sto leggendo libri sempre più complessi da recensire. Questo era da tanto nei miei pensieri: più volte sono stata lì lì per comprarlo, fino a che, a Natale, con in mano la mia gift card, non ci ho più pensato e l’ho preso.
Mai come questa volta, mi sono accostata a questo libro senza aver letto nemmeno il becco di una recensione. Agguerritissima, perché, toccatemi tutto, ma se dite svarioni sugli impressionisti, io uccido!
Sono arrivata all’ultima riga e ho realizzato che, parlare della trama di questo libro è scorretto. Va vissuto, ogni sorpresa va accarezzata senza anteprime.
Dunque, è stato bello e vi saluto… Sto scherzando!!!
Facciamo i seri: visto che in questo libro, tra le altre cose, si parla di arte, voglio creare un curioso parallelismo.
Ognuno di noi ha una coscienza: io la chiamo “grillo parlante” omaggiando in questo modo un autore che gioca a dadi con i lettori di ogni età e vince sempre!
Sto per varcare la soglia di una mostra di quadri: scegliamone una a caso, “gli impressionisti” a Treviso.
Il mio grillo parlante è sulla mia spalla e inizia a sussurrare:
<<Tesoro ricordati che: primo, non sei tu ad aver realizzato i quadri, quindi è inutile che cerchi di capire cosa il pittore vuole rappresentare, perché non ce la farai mai>>. Il mio grillo parlante è piuttosto tagliente. <<Secondo, hai solo questa occasione, quindi vivila al massimo, chissà quando ti ricapiterà>>. Lui adora oltremodo smontare i miei sogni di viaggi lontani all’insegna dell’arte. <<Terzo, la vecchietta dietro di te sta per usare il suo bastone come arma contundente perché sei lì ferma come un baccalà da troppo tempo>>. Diretto e preciso il mio grillino simpatico!
La lettura di questo libro ha seguito proprio queste linee guida: l’autore, per tutta la prima parte, tiene i lettori all’esterno della vicenda. La racconta, la fa vedere, come se fosse un quadro in mostra. La prima lettura è la più importante, quindi va assaporata passaggio per passaggio, senza indugiare troppo perché il ritmo pian piano aumenta e ti “costringe” a passare oltre. Poi, ad un certo punto ti ritrovi, come se niente fosse, incatenato al libro. Non riesci nemmeno ad individuare il punto preciso.
Come quando sono entrata nella fatidica sala in cui c’era uno dei quadri “minori” delle ninfee (credo che la mia immaginazione non potrà mai nemmeno concepire come potrebbe essere uno dei maggiori!) Ammanettata, rapita, soggiogata, chi più ne ha più ne metta, in quel momento matura la convinzione che arriverai alla fine, con curiosità e impazienza.
L’autore svela tutto a venti pagine dalla conclusione, ma, nonostante sia stato già detto ciò che doveva essere detto, anche le ultime pagine scorrono.
Io, e chi frequenta le mostre con assiduità come me, so che finite le sale c’è lo shop, ed è un punto obbligato del percorso eppure… Io ci entro e ci spendo pure dei bei soldini. Le ultime pagine di questo libro sono come lo shop alla fine della mostra: ci entri, te le godi e lasci qualcosa di te, un’emozione, un pensiero, un sorriso.
E i morti? Il morto c’è, in realtà più d’uno (sarà l’unico spoiler che concedo), ma se io ho sopportato la levataccia, il viaggio in pullman, il costo del biglietto, il costo del catalogo della mostra, solo per farmi emozionare, questo libro può tranquillamente sacrificare qualche vita per diventare un capolavoro.
Recensione di Rita Annecchino
Recensione 3
Acconsento a che si instauri il delitto di sognare…
Fantastico!!! Sono fortemente entusiasta, mi è piaciuto tantissimo e non posso che consigliarlo caldamente..
Avrei voluto non finisse mai ed ora ho la voglia di ricominciarlo all’istante, di leggerlo con la consapevolezza, di scorgere tutto quel che era là, sotto i miei occhi, ma che non avevo visto, non avevo capito.. eppure era così semplice…
Sono entusiasta per l’ambientazione a Giverny: uno dei viaggi che da tempo ho tanta voglia di fare… la visita al giardino di Monet, la vista delle ninfee, il laghetto, il mulino..
Sono entusiasta per la trama: un giallo talmente ben congegnato, geniale, mai banale, che stuzzica la curiosità del lettore, un libro a cui si torna col pensiero nei momenti liberi della giornata..
Non sembra di leggere un romanzo, sembra di vivere nella tela di un dipinto, c’è l’aspetto poetico, romantico, l’ironia del poliziotto, ci sono i sogni.. è una storia di bambini ma anche una storia di emozioni, di sentimenti, di pulsioni, una storia di vita..
Michel Bussi è arguto, furbo, intelligente, ha saputo creare una storia di suspence decisamente originale, diverso da tutto ciò che ho letto finora.. ha messo sulla carta tantissimi elementi ed ha ricostruito tutto in un meccanismo perfetto.. geniale..
Recensione di Simona De Chiara
Titolo presente anche nella nostra Rassegna mensile dei libri più letti e commentati a Maggio 2018 dal nostro gruppo
Bellissimo! L’ho adorato e dopo presi tutti i suoi!