NON C’È TEMPO PER UN TANGO, di Giorgio Secchi
Cosa succede quando due persone, che erano state innamorate tanti anni prima senza vivere fino in fondo il loro amore, si incontrano di nuovo dopo circa quarant’anni, durante i quali ognuno di loro ha vissuto la propria vita, sposandosi, avendo dei figli, coltivando le proprie attività? E se poi lui è un ingegnere che ha passato la propria gioventù facendo esperienze all’estero ma vivendola anche pienamente nell’Italia degli anni settanta, con i suoi problemi e le sue contraddizioni, e poi sistemandosi con un lavoro che gli piace, mentre lei è una ragazza argentina in fuga dal suo paese tormentato, dai tempi bui di Videla e dalle atrocità commesse in quel periodo così travagliato per chi anelava alla libertà ed alla giustizia? Ci si può riprendere il tempo passato e cambiare la propria vita? E qual è il costo?
A queste domande cerca di dare una risposta l’autore attraverso le riflessioni dei due protagonisti, mischiando pagine di storia dei due paesi, ma soprattutto dell’Argentina e dei suoi esuli, ma anche esperienze di cucina e alternando nei dialoghi italiano e spagnolo.
C’ è poi un viaggio nel nord dell’Argentina, a Salta, ed ancora più su nelle miniere di sale, verso le vette dove un tempo c’era il trenino più alto del mondo. Ed è soprattutto il racconto del viaggiare lento in questa zona del mondo che mi ha affascinato facendomi ricordare le mie esperienze di viaggio, di diversi anni fa, in quella parte del continente sudamericano che tanto mi era piaciuta. E poi c’è il tango, da ascoltare e da ballare!
Insomma un libro che può dare diversi spunti di riflessione con una scrittura piacevole ed agevole.
Tecensione di Ale Fortebraccio
NON C’È TEMPO PER UN TANGO Giorgio Secchi
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