NON MI SPIEGO IL SUCCESSO DEL “PICCOLO PRINCIPE”, di Antoine de Saint-Exupéry
Mi perdonerete se davanti al libro “Il piccolo principe” voglio fare un po’ come il ragioniere Ugo Fantozzi con la corazzata Potëmkin, senza usare i suoi termini coloriti, naturalmente (non mi permetterei tanto).
Devo confessarvi che non sono mai riuscita a comprendere il motivo di tale successo. L’ho letto, certo, ho visto a teatro la rappresentazione, e come tutti voi mille volte l’ho sentito citare.
Non mi ha mai emozionato, come invece è successo con altri romanzi che raccontano “storie”, che mi hanno tenuto sveglia fino a notte fonda, e mi hanno avvolto nelle loro atmosfere per giorni.
Lo ammetto, io nei libri cerco le storie, cerco la vita degli altri, è un po’ come sbirciare dalle finestre. Finestre che si aprono nel passato e nel futuro, che ci fanno assistere a cose che mai avremmo potuto vedere con i nostri occhi.
Mi è rimasta la stessa curiosità che avevo quando da piccina stavo, zitta zitta, ad ascoltare i discorsi dei grandi, seduti sulle panchine, nelle lunghe serate estive.
Non amo i libri che” insegnano”, ma solo quelli che “raccontano” . In genere rifuggo da quelli che hanno la pretesa di essere “insegnamenti di vita” , che strizzano un po’ troppo l’occhio al buoni sentimenti o quelli in cui l’autore sembra volermi spiegare qualcosa.
Invece mi piace quando lo scrittore sparisce dietro i suoi personaggi, quando non lo percepisci più, rimani sola con loro, ascolti la loro versione.
Scusate se ho fatto questo “coming out” , ma davanti l’ennesimo post sul piccolo principe, non ho saputo più resistere.
Immancabilmente ad ogni richiesta di un consiglio sulla lettura, per qualsiasi genere o fascia di età, esce fuori questo titolo.
A volte mi chiedo se sia diventata una moda, o se il fatto di citarlo sia per molti un “porto sicuro”, forse per alcuni è considerato ormai un passaporto della “sensibilità” e della profondità dell’anima.
La mia non vuole essere una polemica o una denigrazione del libro , ma semplicemente il mio personale, sicuramente controcorrente, punto di vista.
PICCOLO PRINCIPE SI – PICCOLO PRINCIPE NO
Totalmente d’accordo su “Il piccolo principe”; finalmente ho trovato qualcuno che come me ha il coraggio di dirlo.
Grazie per questa recensione.
Bellissima recensione. Sono assolutamente d’accordo. Temevo di essere la sola controcorrente. Grazie!
Peccato! trovo “il piccolo principe” un libro BELLISSIMO da quando avevo 19 anni. Adesso che ne ho 79 sono ancora affascinata dalla sua intramontabile poesia!
Io non amo Madame Bovary (e qualche altro grande libro) ma transitare da un gusto personale a non riconoscere un capolavoro ce ne passa. Il piccolo Principe non è un “romanzo” ed eleggere il proprio gusto personale a criterio di valore letterario è operazione, diciamo,di grande audacia, così come ritenere che generazioni di lettori, oltre che di critici, siano degli illetterati che si accomodano sull’opinione ufficiale.
Hai espresso esattamente il mio pensiero.
Leggo per lo stesso motivo per cui lo fai anche tu.
Il successo del Piccolo Principe è un mistero.
Mia figlia, intorno ai 10 anni, ha ascoltato più e più volte gli audiolibri di “Harry Potter” e “Il piccolo principe”. Che dire? Forse che la magia in/di un libro può parlare con linguaggi diversi!
L’ho sempre pensato anche io, che fosse un testo decisamente sopravvalutato! Io l’ho soprannominato “La Fiera delle Banalità “.
Sono con te : mai capito tutto questo interesse per questo libro. Ho trovato invece tenerissimo e bellissimo “ La meccanica del cuore “
E’ uno dei libri piu intensi sull’amore.Pero’ non siamo tutti uguali,non a tutti provoca le stesse emozioni.